venerdì 11 marzo 2011

L'opera dal punto di vista dei burattini

Quale modo migliore per avvicinare i bambini al mondo dell'opera se non facendola interpretare dalle marionette? Ci ha pensato la compagnia marionettistica Carlo Colla e figli che si esibisce stasera, alle 20.30 in "Sento una forza indomita" all’Atelier Carlo Colla e Figli di via Montegani, 35. Lo spettacolo si inserisce nella rassegna dei "Venerdì dell'atelier". “Sento una forza indomita” è un’aria dell’opera-ballo "Il Guarany" di Carlos Antonio Gomes, entrata nel repertorio della Carlo Colla e Figli e divenuta uno dei cavalli di battaglia. Il Guarany vive soprattutto del fascino di un esotismo da giornale illustrato d'epoca, i costumi riccamente decorati dei nativi, i variopinti cappelli di piume, i totem. La Compagnia vanta quasi trecento anni di attività nel campo del teatro di figura e i suoi spettacoli, proposti sia a livello nazionale che internazionale, si rifanno ad un repertorio che spazia dall'opera lirica (Aida, Nabucco, Il Trovatore), al balletto (Excelsior, Petruschka, Sheherazade), al romanzo storico e popolare (Il giro del mondo in ottanta giorni, Guerrin Meschino, I Promessi Sposi) fino alla fiaba (Il gatto con gli stivali, Cenerentola, La lampada di Aladino, Alì Baba) e all'azione coreografica. Per infor tel. 02.89531301 www.marionettecolla.org.

venerdì 5 novembre 2010

Goldoni al Litta

L’amore per il teatro non può prescindere dalla passione per Carlo Goldoni. La locandiera sarà in scena al Teatro Litta da stasera al 14 novembre. L’ideazione scenica e la regia sono di Jurij Ferrini che racconta la storia di Mirandolina in un modo nuovo e provocatorio per dimostrare l’attualità di questo testo, cercando di indagare aspetti della vicenda molto vicini a questioni che ci riguardano oggi. Comicità, linguaggio evocativo, grottesco, passione e attualità sono tra gli ingredienti di questo spettacolo. Si parla, tral’altro, del mondo dei single sia dal punto di vista maschile che femminile. «L’azione in Goldoni è primaria – dice Ferrini -, ma solo per essere continuamente interrotta da ciò che accade ai personaggi e alla fine la parola e il dialogo prevalgono. Così cerchiamo di scarnificare il senso del testo e mostrarne l’ossatura. Ne risulta, a mio avviso, uno spettacolo provocatorio che non perde nulla del suo potenziale comico». Il gioco diventa a tratti crudele e la storia si chiude con un “non-lietofine”: il cavaliere maledirà le donne sopraffatto dal dolore per un amore non corrisposto. I biglietti hanno un costo tra i 9 e i 18 euro. Per info tel. 0286454545 o http://www.teatrolitta.it/.

venerdì 6 agosto 2010

Fibra vs Mengoni


«Secondo me Mengoni è gay ma non può dirlo perchè poi non venderebbe più una copia». Così canta Fabri Fibra nella canzone “Non Ditelo” attaccando Marco Mengoni, dopo Grido dei Gemelli Diversi, oggetto di insulto in “Idee stupide”. Il Fabrizio più irrequieto del rap nazionale torna a far parlare di sé a causa dei suoi testi non proprio politically correct. «Non sono omofobo – scrive sulla sua pagina web-. L'intenzione era quella di convogliare l'attenzione su un mondo di finzione». Mentre sulla pagina Facebook di Mengoni i fan si scatenano difendendo il loro idolo. Addirittura è stata creata una pagina dal titolo “Raccolta firme contro la canzone “Non Ditelo” di Fabri Fibra” che in poco meno di 24 ore ha già raccolto oltre 1500 iscritti e anche dal sito del fan club ufficiale è apparsa una replica: «Mi pare giusto assicurarvi che quello che è successo oggi non finisce qui, con la nostra rabbia e le risate di mercanti di merce scadente. State sicuri che prenderemo provvedimenti, per vie legali, con la civiltà che qualcuno, a quanto pare, non conosce». Per il momento, tuttavia, Mengoni non si espone in prima persona nonostante le parole pesanti di Fibra che in un’altra parte del testo afferma: «Già me lo vedo in camera arriva una figa prende il suo ca..o in mano e lui dice: 'Lasciami stare ti prego'"». Le polemiche sono aperte e si attendono ulteriori sviluppi. Anche i fan del rapper, si sono schierati con il loro idolo su Facebook con la pagina "Fabri Fibra Vs Mengoni schieramento Fibra", che per ora conta circa 200 iscritti. Il brano “Non ditelo” è contenuto all'interno del web-album di Fabri Fibra "Quorum" - scaribile gratis dal sito ufficiale del cantautore - che anticipa l'uscita il 7 settembre del nuovo album "Controcultura" previsto in autunno, il primo singolo “Vip in Trip” in rotazione da oggi.
Fabri Fibra sulla pagina ufficiale di Facebook si difende e sembra un po’ arrampicarsi sugli specchi:«Nei testi metto tonnellate di scenette, di cose che vedo, che sento, che interpreto. Allora dovrei anche essere un predicatore, un sostenitore di terroristi, un serial killer, ecc ecc. Se quello che dico/scrivo fosse la pura verità o esattamente ciò che penso, sai che noia e che situazioni risapute. Sarebbero le cose che effettivamente succedono veramente tutti i giorni. Pensavo che dopo anni di dischi e di spiegazioni, il gioco fosse chiaro, invece mi stupisco ancora una volta che vi stupiate. Se Mengoni si è offeso, mi spiace, non era quella l'intenzione».

lunedì 3 maggio 2010

Paolo Rossi e il suo "Mistero Buffo"

A un anno di distanza dal successo della “Cimice” di Majakovskij, Paolo Rossi torna al Piccolo Teatro Strehler, dal 4 al 30 maggio, con “Il Mistero Buffo di Dario Fo (Ps: nell’umile versione pop), la sue versione dello spettacolo del celebre Premio Nobel per la letteratura. Paolo Rossi è un attore eclettico, comico, drammatico, spensierato e rapido. Eppure mettere in scena un capolavoro come “Mistero Buffo” non è stato facile.
Dario Fo è stato uno dei suoi maestri: cosa significa rappresentare un suo testo?
Ho avuto la fortuna iniziare a lavorare con grandi maestri come Strehler, Jannacci, Gaber, però Dario Fo è stato il primo e il più importante. Al punto che quando ho debuttato con questo spettacolo mi sembrava di averlo fatto da sempre. Nella testa me l’ero già recitato centinaia di volte. Rappresenta una grande vittoria per me.
Come è stato concepito questo “Mistero Buffo”?
Lo spettacolo è nato grazie a una rete di persone che mi permettono comunque di lavorare in completa autonomia, prendendomi tutta la responsabilità. E’ figlio dei laboratori fatti in collaborazione con il Teatro Popolare della Corte Ospitale di Rubiera e con la Fondazione Giorgio Gaber.
Che tipo di spettacolo porterà in scena?
E’ un monologo supportato dalla regia di Carolina De La Calle Casanova. E’ uno spettacolo complesso e articolato dove c’è anche la presenza della musica e in una scena reciterò con Lucia Vasini, una delle più brave attrici italiane. In parte ho “rubato” dalla versione di Dario Fo e in parte ho aggiuto racconti inediti. La prospettiva è sempre quella della povera gente che esprime i suoi malumori nei confronti del potere.
Cosa significa il sottotitolo “Nell’umile versione pop”?
Pop non significa solo mischiare cultura bassa e cultura nobile, storia ufficiale e racconto orale, ma è anche riuscire a dosare in un’epoca che non è più quella degli anni Settanta, i cambi di registro, dal comico al drammatico, l’apertura di finestre per creare una partitura drammaturgica che, attualizzata, rispetti la partitura e il metodo di Dario Fo.
Dario Fo recitava in “grammelot”, una lingua inventata da lui. Quale sarà il linguaggio del suo spettacolo?
Io faccio un “minestrone” tra dialetti vari e onomatopea. Io utilizzo una “lingua di sopravvivenza”, cerco di farmi capire con un idioma reinventato. Questo lo faccio sia a teatro che quando vado all’estero. Nel primo caso mi pagano, nel secondo sono io pagarla.
“Mistero Buffo” di Dario Fo non piacque al circuito mediatico. La sua riduzione ha una scrittura che rischia la censura?
Io aspiro alla censura!
Lei è stato definito “animale da palcoscenico”, “attore anachico”, ecc. Come si arriva fino a qui?
Ci vuole studio, imoegno, training, allenamento. E soprattutto non basta il singolo che arriva sul palco e recita il suo monologo: non si tratta mai di una performace solitaria, ma deve essere supportata da un team di qualità.

martedì 2 marzo 2010

Torna "Mister Fantasy"


La musica da vedere torna sul piccolo schermo con la rivisitazione di “ Mister Fantasy”, il programma musicale trasmesso su Raiuno tra il 1981 e il 1984 che indagava l’estetica e la cultura di quegli anni. Con sei nuove puntate RaiSat Extra alle 23.15 a partire da questo mercoledì propone “Mister Fantasy R & R - Reload & Rewind Ricarica & Rivedì” che ragionerà sui cambiamenti avvenuti in quasi trent'anni nella televisione, nelle tendenze e nello showbiz, valutando cosa sia rimasto dei primi anni Ottanta. Condotto dal pioniere del vj-ing Carlo Massarini, il programma sarà composto da incontri con personaggi che negli anni Ottanta erano al debutto e che ora tornano per raccontare dove sono e cosa fanno.

Serata di prime a Milano

Si accendono i riflettori del teatro stasera a Milano tra grandi classici, commedia e sperimentazione. Al teatro San Babila fino al 7 marzo sarà in scena "Cin ci la" una simpatica operetta nata dal libretto di Carlo Lombardo. La vicenda si svolge a Macao dove la principessa Myosotis ed il principe Ciclamino che non hanno le idee molto chiare riguardo i doveri matrimoniali, provocano la rivolta del popolo. (Per info www.teatrosanbabila.it). Fino al 14 marzo, invece, al Teatro dell’Elfo sarà presentato “Frankenstein, ossia il Prometeo moderno” scritto e diretto da Stefano Massini. Liberamente tratto dall’opera letteraria di Mary Shelley, il mito di Frankenstein è un colossale ingorgo di equivoci. Nello spettacolo, le tappe dell’esperimento di Victor prendono forma un indizio dopo l’altro e vanno a comporre un mosaico fitto di personaggi, che nello sguardo della Creatura assommano tutte le miserie della condizione umana. Dopo il successo di pubblico e i prestigiosi premi ricevuti in Italia, Massini sta ora raccogliendo consensi sempre maggiori anche nel resto d’Europa. (Info su www.elfo.org). Al Piccolo, invece, sarà possibile assistere, fino al 12 marzo, a “Romeo & Juliet (are dead)” con gli attori del Charioteer Theatre guidati da Laura Pasetti, attrice cresciuta alla scuola di Strehler, fondatrice e direttrice artistica della compagnia scozzese. L’intento è quello rappresentare una sorta di guida a Shakespeare per amanti del teatro in erba. Recitato durante la settimana per il pubblico delle scuole, lo spettacolo è in scena la domenica per le famiglie. (Per info www.piccoloteatro.org)

martedì 9 febbraio 2010

Arrivano i Turbolenti

(Pubblicato il 6 febbraio 2010)
Musica, parola e teatro si fondono nell’ultimo show de “I Turbolenti” che si esibiranno in “Uno è di troppo” stasera al Cine Teatro Don Bosco di Carugate (MI). Enzo Polidoro, Gianluca Impastato, Gianluca Fubelli e Stefano Vogogna propongono uno spettacolo a tutto tondo, esilarante dove le parole diventano gioco, e i personaggi che abbiamo imparato a conoscere e amare con Colorado Cafè prendono anima sul palcoscenico: dai Turbotabbies a Kikko d´Oliva, dal supereroe romano all´Omo ragno.
Come si svolge il vostro spettacolo?
Si tratta di un “grand mélo” di personaggi e sketch sia televisivi che non. La gente potrà, così, avere la possibilità di riconoscere i protagonisti di Colorado Cafè, ma anche di vedere nuove parodie, con un respiro più ampio.
Come sta andando?
Le prime tre date sono state un successo inaspettato. La visibilità televisiva ci ha dato la possibilità di riuscire a riempire i teatri. Speriamo che accada lo stesso anche a Milano.
Per quale motivo venire a vedervi a teatro?
Per passare una serata diversa, di genuino divertimento. Tanto ultimamente in televisione non danno niente di interessante.
Chi è di voi “quello di troppo”?
Di solito Enzo dice che quelli di troppo siamo noi altri tre. Ma a ben guardare è lui quello in esubero perché è l’unico serio su tre cialtroni.
Come nascono i vostri show?
Buona parte è composta dai pezzi live fatti nei locali dove ci esibiamo, un’altra parte, invece, è studiata a tavolino durante alcuni periodi sabbatici che ci prendiamo di tanto in tanto. Ci ritiriamo in qualche landa desolata e diamo una forma a pensieri e idee che ci erano balenati in testa nei mesi antecedenti. Ognuno ci mette la propria personalità.
Come siete quando scendete dal palcoscenico?
Siamo quattro mattacchioni che si fanno continuamente scherzi e si prendono in giro dalla mattina alla sera. Altrimenti i viaggi che facciamo quando siamo in tour non passerebbero mai.
Qual è stato il vostro percorso?
Quando abbiamo cominciato non pensavamo certamente di arrivare dove siamo oggi. Tre di noi si sono conosciuti studiando all’Isef e con Scintilla (Gianluca Fubelli) ci siamo incontrati facendo animazione nei villaggi turistici. Ci siamo resi conto che quando facevamo gli spettacoli serali c’era una particolare alchimi tra di noi, così abbiamo studiato teatro e recitazione organizzando esibizioni tutte nostre. Il resto è venuto fuoti con tanta gavetta nei locali e nei laboratori di cabaret e teatro. Nel 2002 abbiamo incontrato Diego Abatantuono che stava organizzando il progetto di Colorado Cafè. Siamo stati i primi a essere scelti dopo che lui ci aveva preso sotto la sua ala.

Nuovi Studios a Milano

Ecco la Hollywood lombarda. Inaugurato ieri presso l’ex Manifattura Tabacchi in Viale Fulvio Testi 121 il nuovo polo cinematografico milanese. Anche Milano ha la sua Cittadella del cinema, una “casa” di produzione cinematografica nel tentativo di eguagliare Roma e la sua strafamosa CineCittà. L’ex Manifattura, restaurata ad hoc con un investimento regionale di 8,7 milioni di euro, ospita il Centro Sperimentale di cinematografia, la divisione Lombarda della Storica Scuola del Cinema, La Lombardia Film Commission e la Civica Scuola di Cinema. Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni e il presidente della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, Francesco Alberoni, hanno firmato una Convenzione triennale per la valorizzazione e promozione della cinematografia lombarda. « Questo accordo – ha spiegato Formigoni – prevede che la Regione Lombardia metta a disposizione 800mila euro annui per la fomazione e la produzione. E’ un investimento che facciamo con gioia nella speranza che anche Milano diventi un polo di talenti e sperimentazione cinematografica. Chi ricorda lo stato in cui era questo edificio, non può che essere lieto oggi di questo risultato, non solo per l’utilità dell'intervento ma anche per l’opera di restituzione architettonica che è stata compiuta». Nello specifico, il polo lombardo, cercherà di imporsi come centro d’eccellenza nell’ambito della fiction televisiva, della pubblicità e della cinematografia industriale. Per quanto riguarda la formazione saranno attivati due corsi con 12 studenti ciascuno. Il primo di “Creazione e produzione fiction” che formerà figure professionali indispensabili per l’ideazione, la scrittura e la realizzazione di questo genere televisivo. Il secondo di “Cinematografia d’impresa” creerà professionalità nella docufition e nella pubblicità tramite lezioni frontali, stage e laboratori. I ragazzi realizzeranno docu-fiction storico-artistiche delle durata di almeno 20 minuti, che sappiano raccontare la storia di un luogo. Avranno come punto di partenza un’opera d’arte, che verrà raccontata attraverso il tempo e suoi protagonisti. Ci sarà il Duomo di Milano con l’obiettivo di raccontare le varie fasi della realizzazione con i contributi di chi lo ha progettato e costruito e come sia diventato luogo cardine per la vita religiosa e civile della città. La Villa Reale di Monza, opera del grande architetto Piermarini, sede di nobili e regnanti. Si racconterà, infine, la storia del Cardinale Federigo Borromeo e del Circuito lirico lombardo.

mercoledì 27 gennaio 2010

Alessandro Mannarino: blues, folk e stornelli romani

Per un “romanaccio doc” affrontare il pubblico milanese rappresenta la prova del nove. Alessandro Mannarino salirà, stasera, alle 21, sul palco dell’Alcatraz. Il cantautore romano, voluto da Serena Dandini tra gli ospiti musicali fissi della trasmissione “Parla con me”, presenterà i brani del suo disco d’esordio “Bar della Rabbia” .
Le tue canzoni sono un mix di blues, ritmi balcanici e stornelli romani. Da dove prendi le idee?
Nei testi è racchiusa parte della mia storia personale, ma anche personaggi di fantasia o immagini che vedo per strada. Poi c’è l’ispirazione proveniente dalla tradizione cantautoriale, dei cantastorie e della letteratura. In alcuni brani si ritrova John Fante, Charles Bukowsky, oppure Gadda e Moravia. Gli arrangiamenti, invece, sono il prodotto della musica multietnica che ho ascoltato quando tra i 20 e i 25 anni facevo il dj nei locali di Trastevere.
C’è un artista a cui ti ispiri?
Non ce n’è uno. Mi piace il mondo degli chansonniers, Jacques Brel, ma anche l’istrionismo di Tom Waits, le anfare balcaniche o l’approccio intimo della bossanova. Il punto di riferimento resta il mio gusto che si è formato negli anni e che continua a cambiare.
Chi sono i personaggi delle tue canzoni?
La maggior parte sono personaggi di fantasia, dei cliché, degli stereotipi funzionali al racconto. Non sono legato a nessuno di loro in particolare perché una volta registrate le canzoni li ho lasciati liberi di andare con le loro gambe.
All’Alcatraz canterai anche qualche nuovo brano, puoi darci un’anticipazione?
Canterò due pezzi nuovi. Il primo si chiama “Cumpra cumpra” e parla della lotta all’interno della condizione di indigenza e degrado culturale e della forza del rapporto tra un uomo e una donna. L’altro è una classica canzone folk, d’amore. Amore disperato.
Come è arrivata la partecipazione a “Parla con me”?
Ho interpretato alcuni pezzi e scritto la colonna sonora di uno spettacolo del teatro Ambra Jovinelli a Roma. Una sera Serena Dandini era presente in sala. Si era incuriosita e dopo lo spettacolo è venuta nei camerini per chiedermi di partecipare alla sua trasmissione. In seguito si è rivelata una buona consigliera perché mi ha dato modo di esprimermi senza farmi diventare una macchietta.

martedì 15 dicembre 2009

Disco d'oro per "Caro papà Natale...2"

Quando la qualità e il talento si uniscono alla voglia di fare del bene il risultato non può che essere un grande successo. Lo conferma “Caro papà Natale…2” il disco benefico realizzato dall’associazione culturale Claudio Moretti in collaborazione con il Gruppo bancario Credito Valtellinese. In commercio dal 6 dicembre scorso, il cd è diventato disco d’oro con oltre 40mila copie commercializzate e raccoglie brani inediti e alcune delle più belle canzoni natalizie interpretate da artisti italiani e internazionali, cabarettisti e comici. I proventi della vendita dell’album, che ha un costo di 10 euro, saranno interamente destinati alla realizzazione di aule di informatica nei reparti pediatrici di numerosi ospedali italiani. «Ogni giorno ci arrivano decine di fax che ci propongono collaborazioni – racconta Fabio Perversi dei Matia Bazar -, ma quando abbiamo letto la finalità di “Caro papà Natale…2” non abbiamo esitato ad aderire». «E’ stato bello partecipare a questo progetto – spiega Gabriele Cirilli che con gli altri cabarettisti canta “Il sorriso di un bambino” – perché vedi negli occhi di quelli che lavorano con te la tua stessa passione per un fine comune e importante». «Quando ho sentito parlare del disco – dice Fabrizio Fontana – ho dato subito la mia disponibilità anche se non so cantare…tanto a parte Sgrilli nessuno di noi lo sapeva fare».