giovedì 30 luglio 2009
Una fiction sulla Callas prodotta a Milano
venerdì 24 luglio 2009
"La più bella del mondo": al The Beach è festa per otto
http://www.cronacaqui.it/news-bellissima-e-piccante--e-miss-cronacaqui_25155.html#
Donne e lavoro: le esperienze
“Appena mi si è presentata l’occasione sono entrata in una società di consulenza. Avere quel lavoro significava affrontare una vera sfida, perché a me le cose semplici non piacciono, le molle che mi muovono sono il mettermi in situazioni un po’ estreme dove sei costretta a metterti in gioco pesantemente. Alla fine sono riuscita a dimostrare a tutti che potevo farcela“. Parla così Laura Protasoni, consulente d’impresa di Gallarate.
Cristina Ronzoni, invece, ha iniziato a lavorare durante gli anni dell’università, come cameriera, aiuto cuoco, lavapiatti, apicoltrice e poi come insegnante, operatrice in comunità fino a diventare presidente di un Consorzio milanese di cooperative sociali. “Ero una donna che si confrontava in un ambito maschile e in un ruolo non proprio femminile – racconta –; è chiaro che se non avessi maturato certe competenze sarei rimasta indietro“.
Diletta Colombo, 28 anni, aspirante libraia. “Mi sono laureata nel 2005 in scienze politiche alla Statale di Milano e la tesi è andata così bene che avrei voluto fare il dottorato in storia delle relazioni internazionali. Presto mi sono scontrata con la dura realtà: fare il dottorato è una passione, devi esserne estremamente convinto e metterti nell’ottica che per molti anni non guadagnerai. Ti dedichi alla ricerca con un minimo rimborso spese e devi tentare in tutti i modi di vincere una borsa di studio per non fare la fame. Dopo essermi fatta due conti ho lasciato perdere e ho cominciato a inviare curriculum. Il giorno dopo già mi avevano chiamato per un colloquio alla Fnac. Ho avuto contratti co.co.co, part-time, semestrali e adesso ne ho uno di 18 mesi con possibilità di inserimento”.
Storie di donne lavoratrici che ancora oggi per assumere nella società il ruolo che meritano sono costrette a grossi sacrifici, di sicuro a mostrare capacità ed eccellenza. A volte sono obbligate a rinunciare ai propri sogni. Questo è l’unico modo per emergere. A maggior ragione in tempo di crisi. Ad oggi, tuttavia, le donne si confermano come le vere protagoniste del nostro mercato del lavoro, al cui interno si muovono sia come occupate, sia come ex-disoccupate alla ricerca di un impiego.
Dal 1993 al 2008 il tasso di attività femminile è passato dal 47,8% al 60%, il tasso di occupazione dal 43,4% al 57,1%. Lo rivela uno studio del Dipartimento del mercato del lavoro della CGIL Lombardia che ha altresì analizzato il mondo dell’imprenditoria femminile. Un fenomeno che cresce con ritmi sempre più sostenuti e che rappresenta il 25% dell’imprenditoria italiana. Le imprese controllate da donne si situano in particolare nel settore terziario: commercio, ristorazione e alberghi, servizi alle aziende, servizi sociali, personali e sanità.
Ma le prospettive in periodo di crisi non sono ovviamente rosee per nessuno. In particolare per quelle donne con contratti atipici (in Lombardia sono il 72% di contratti di avviamento al lavoro). Le imprese prevedono un calo dei livelli occupazionali attraverso il blocco del turnover e la cessazione dei contratti a termine. Riusciranno ancora una volta le donne a dimostrare il loro valore e superare questa fase trattenendo il proprio posto di lavoro con le unghie e con i denti? I precedenti, per fortuna, fanno ben sperare.
Massimo Ceriani lavora nella consulenza e formazione professionale e pratica da anni la pista della ricerca locale e delle storie di vita. Ha pubblicato, tra l’altro, Che cosa rimane. Racconti dopo il Sessantotto (Jaca Book, 2001) e Può non essere così. L’esperienza di un gruppo di donne con storie difficili (Alberti Editore, 2004).
http://www.ilrecensore.com/wp2/2009/07/donne-e-lavoro-le-esperienze/
giovedì 23 luglio 2009
Ecco il romanzo che non c'è
La città della Marina Militare e dello stabilimento siderurgico più grande d’Europa, con record in fatto di inquinamento e morti bianche. La città che ha prodotto il fenomeno Cito e il dissesto finanziario più grave d’Italia.
Una narrazione in stile cinematografico segue i personaggi che si muovono attorno alle vicende calcistiche: una tifosa in procinto di sposare un “buon partito”, un disoccupato che non esce più di casa, due giornalisti che si contendono la stessa donna, un sindaco consigliato dal suo usciere. Un romanzo dove comicità e sprazzi di poesia si alternano a ritmo serrato. Una favola paradossale, ma realistica, sui meccanismi dell’informazione, sui rapporti fra Nord e Sud, sulle contraddizioni del calcio moderno e di quello di provincia. Una storia che diverte, commuove e fa riflettere.
Questa è la recensione di “L’eroe dei due mari“, il nuovo romanzo del giornalista Giuliano Pavone. Fin qui nulla di strano, se non fosse che il libro in questione non è ancora stato pubblicato perché non è ancora stato trovato un editore disposto a farlo. Chi ha recensito la storia di Luìs Cristaldi l’ha dovuta leggere in formato di manoscritto e su fogli volanti. “Ho appena letto <
La recensione di Labranca ha suscitato molto interesse, sulla stampa cartacea e online. Diversi commenti e riflessioni sono state lasciate sul blog letterario Booksblog. Fra i commenti spicca quello di Fernando Coratelli, editor e scrittore: “Confermo il giudizio di Labranca, e aggiungo che se diverte come una commedia anni Settanta, possiede però anche l’amarezza della commedia anni Sessanta. Scritto con stile elegante ma mai eccessivo, è un grande romanzo corale che in alcune pagine descrittive degli stadi italiani, rimanda alle descrizioni di <
Ma perché nessun editore vuole pubblicare il romanzo di Pavone? “La concorrenza è spietata - spiega l’autore - : le case editrici ricevono decine, se non centinaia, di manoscritti al giorno. Anche nel caso che il proprio libro venga scelto, bisogna mettere in preventivo molti mesi prima di avere una risposta. Io ho iniziato a proporre il mio romanzo “solo” tre mesi fa, quindi è normale che non abbia ancora un editore. Anche se, a partire dalla recensione di Labranca, qualche giorno fa, sono già stato contattato da tre editori (alcuni dei quali avevo provato a contattare senza fortuna)! Questa improvvisa impennata di interesse da un lato è normale (anche considerando il credito di cui gode Labranca) ma dall’altro mi stupisce un po’. In fondo il mio romanzo (e come il mio tanti altri) anche senza che ne parlassero i giornali avrebbe ugualmente meritato una chance, no?
http://www.ilrecensore.com/wp2/2009/07/ecco-il-romanzo-che-non-ce