martedì 15 dicembre 2009
Disco d'oro per "Caro papà Natale...2"
giovedì 3 dicembre 2009
Ambrogino d'Oro: canzoni sotto l'albero per i bimbi di Milano
Un appuntamento imperdibile per tutti i bambini milanesi e le loro famiglie. Torna anche quest’anno l’Ambrogino d’Oro, il festival canoro per ragazzi, che si terrà al Palasharp l’8 dicembre alle 15:30. Saranno Cristina D’Avena e Tony Martucci a presentare l’evento insieme alla mascotte più amata dai più piccoli: il topo-giornalista Geronimo Stilton. Una giuria di esperti capitanati dal maestro Vince Tempera ha selezionato le dodici canzoni in gara tra le più di cento provenienti da tutta Italia. I brani sono stati composti dai più conosciuti autori di musiche per bambini e saranno interpretati da venti giovani cantanti affiancati, per l’occasione, dalle voci del coro “Ambrogino d’Oro
Appuntamento a Milano con il Salone del libro usato
Più di 300 bancarelle ospiteranno i libri usati e fuori commercio provenienti da tutta Italia e altri paesi come Olanda, Inghilterra, Francia e Germania. Appassionati e curiosi saranno soddisfatti dall’offerta trasversale della manifestazione: dai grandi classici della letteratura ai fumetti, dai paperback gialli ai cataloghi d’arte. «Il Salone del libro usato – spiega Marcello Dell’Utri, presidente della Fondazione Biblioteca di via Senato – è cresciuto di anno in anno grazie alla passione di organizzatori e utenti. L’obiettivo è che si ponga, in futuro, come più grande salone del libro usato d’Italia e, perché no, d’Europa».
Tra le curiosità presenti quest’anno, da segnalare una vasta raccolta di materiali dedicati alla Rivoluzione Cubana e a quella Maoista. Gli amanti della lirica possono andare alla ricerca di volumi ormai introvabili così come gli appassionati di arte contemporanea. Molte le rarità, tra cui l’edizione originale del 1828 in lingua francese de I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni proposta da Il Pensatoio Studio Bibliografico di Albavilla (Como), la prima edizione italiana del Viaggio al termine della notte di Louis-Ferdinand Céline, pubblicata da Corbaccio nel 1933 ed esposta al Salone da Fuori Catalogo Studio Bibliografico di Castel S. Pietro Terme (Bologna), e le pressoché introvabili prime edizioni di due libri di scherma – l’Agrippa del 1553 e il Senesio del 1660, entrambe presentate dallo Studio Bibliografico Lex Antiqua di Castiglione dei Pepoli (Bologna).
Novità di quest’anno l’iniziativa del Bookcrossing: dal 30 novembre al 2 dicembre in 15 punti della città saranno posizionate bancarelle in cui saranno distribuiti circa 5mila volumi che potranno essere presi, consultati e in seguito restitutiti. Le bancarelle si troveranno in piazza Cavour, corso Garibaldi, le stazioni di Lambrate, Centrale, Cadorna, Garibaldi e Bovisa, piazza Piemonte, corso Vercelli, piazza della Scala, corso Genova, piazza 5 Giornate, piazza San Babila, corso Buenos Aires e piazza Cordusio.http://www.ilrecensore.com/wp2/2009/12/appuntamento-a-milano-con-il-salone-del-libro-usato/
mercoledì 21 ottobre 2009
Le fotografie dei vip per combattere la cecità
giovedì 15 ottobre 2009
Caffè letterario e commedia a Sesto
giovedì 24 settembre 2009
La “generazione no risk”. Consigli per superare la crisi
Il libro è stato presentato a Milano, all’istituto Bruno Leoni di via Moscova 28. Il modo in cui pensiamo influisce profondamente sulle nostre scelte economiche. Nel testo, si ritrova, quindi, una particolare enfasi sull’importanza di un’alfabetizzazione economico-finanziaria della popolazione. La profonda ignoranza di base, unita al giornalismo che usa trattare la materia come se fosse un romanzo d’appendice, porta a fare investimenti sbagliati, a rischiare su titoli troppo traballanti o ad accumulare credito senza far circolare denaro.
“Non esiste, per definizione, un prodotto finanziario che non porti con sé una componente di rischio – ha commentato Filippo Cavazzuti, presidente, Patti Chiari -. “No risk, no finance”, come dicono gli americani. La finanza è nata proprio per gestire il fattore di rischio sugli investimenti che non può mai arrivare a zero. Ma una buona conoscenza può aiutare a muoversi all’interno del mercato”. Ma fino a che punto è possibile semplificare il linguaggio per rendere accessibile a tutti una materia così complessa? E’ difficile far passare il concetto di “probabilità” eppure sarebbe necessario, quantomeno, fare un tentativo dal momento che nel corso della vita chiunque ha a che fare con i concetti di risparmio, credito, investimento. E’ stato banalmente dimostrato che sono pochissimi gli italiani che conoscono il funzionamento di un conto corrente.
“Gli italiani sono dei gran risparmiatori – ha spiegato Antonio Pilati, autorità garante della concorrenza e del mercato -. I fondi ammontano a circa tre volte il nostro debito pubblico: è questo il motivo per cui gli interessi da noi sono altissimi. Se questi liquidi fossero investiti e il denaro fatto girare, la situazione potrebbe migliorare molto”. Basterebbe la buona volontà del cittadino, unita al contributo dell’istruzione primaria e dei consulenti finanziari per creare dei consumatori consapevoli ed evoluti.
“Nella situazione attuale – ha affermato Alessandro Foti, amministratore delegato Fineco – l’autoregolamentazione non può funzionare. L’intervento dello Stato deve essere massiccio insieme alla circolazione dell’informazione tra le varie parti di esso che devono lavorare in sinergia”.
Orazio Carabini, autore di “Generazione no risk” invece ha commentato: “Ho scritto il libro cercando di immedesimarmi in un risparmiatore medio. Mi sono reso conto che i problemi finanziari italiani sono spesso causati da disonesti intermediari che raggirano le persone. Tuttavia trovo che la colpa vada condivisa perché nemmeno l’ignoranza del cittadino che si lascia ingannare è giustificabile”.
Orazio Carabini, nato a Rimini nel 1954, è analista e commentatore del quotidano “Il Sole 24 Ore” e interviene spesso al TG1 in qualità di opinionista. Dopo essersi laureato in Economia alla Bocconi di Milano, dal 1979 ha lavorato per varie testate (”Mondo Economico, “Il Mondo” e “Milano Finanza”), occupandosi di politica economica industriale, finanza e risparmio. E’ stato anche portavoce della CONSOB e direttore del Servizio Studi e Comunicazioni della Banca Nazionale del Lavoro.
http://www.ilrecensore.com/wp2/2009/09/la-generazione-no-risk-consigli-per-superare-la-crisi/
martedì 22 settembre 2009
Parte la nuova stagione del Teatro Libero
Tre concerti per tutti i gusti: Mr.Big, Capleton e Alessandro Francesio
lunedì 21 settembre 2009
Ciao Mike
Ieri pomeriggio davanti alla casa milanese di Mike Bongiorno c’erano solo un mazzo di gigli e un libro di Aldo Grasso con la scritta “È volata in cielo, ciao Mike” (la tua anima n.d.r.). La palazzina in via Giovanni da Procida 10 è stata presidiata per ore dai giornalisti e da alcuni curiosi. “Non sono ancora stati definiti tutti i particolari riguardo le modalità di sepoltura – spiega un addetto delle pompe funebri dopo il colloquio con i familiari -. Trattandosi di un personaggio di tale levatura si va per le lunghe poiché nulla può essere lasciato al caso”. Nell’abitazione di Mike Bongiorno si reca anche il reverendo Italo Baffione che racconta: “Ho fatto il catechismo a tutti i loro figli, faccio parte del Pime e mi occupavo soprattutto delle missioni estere. Mike dava tanti soldi alla nostra congregazione”. Prima di salire in casa Bongiorno, dove vi sono già moglie e figli, il reverendo anticipa: “Sarò io a benedire la cappella dove Mike verrà sepolto ad Arona”. La gente rallenta il passo quando si trova davanti alla palazzina scura dove al settimo piano abitava “Mr. Allegria”, qualcuno si fa il segno della croce, tutti lo ricordano con affetto. “Mio padre lo conobbe in un campo di smistamento tedesco nel ’44 – racconta Elena Barberis (37 anni), proprietaria del bar La Chiacchera proprio di fronte alla casa di Mike -. Da giovani si incontravano spesso perché avevano un amico in comune, Mario Re, e insieme parteciparono al Cantagiro con Buscaglione. Ma non mi è mai capitato di parlarci personalmente, benché i suoi figli passino spesso a prendere un caffè”. Si ferma con la sua bici, Renzo Soprani (67 anni), e lancia uno sguardo incuriosito e malinconico verso l’appartamento di Mike: “Ricordo che a 13 anni, quando non avevamo ancora la televisione in casa, andavo con i miei al cinema San Gregorio a vedere Lascia o Raddoppia.”. Ma anche i giovani si lasciano emozionare per la scomparsa del grande conduttore: “Sono dispiaciuto che se ne sia andato così – dice Marco Cerioni, 25 anni -. Per me rappresentava il simbolo della televisione italiana”. Non vuole togliersi gli occhiali scuri Dolores Tamorini e spiega: “Adoravo Mike. Era una persona vera, modesta, attaccato a quelli che sono i valori più importanti. Ho accolto la notizia della sua scomparsa come se si trattasse di un mio parente stretto”. “Conobbi Mike Bongiorno oltre 40 anni fa quando avevo il negozio in San Babila, vicino alla sua casa in Galleria Passarella– racconta Mimmo il barbiere -. Erano gli anni Sessanta e i bar restavano aperti fino all’una di notte: allora ci incontravamo a fumare la pipa o il sigaro chiacchierando di tutto. Abbiamo visto insieme la Milano più bella, in cui ho conosciuto tutti i più grandi di allora come Gianni Rivera, Pierpaolo Pasolini e Luchino Visconi”.
Letteratura noir, apre lo Spazio MilanoNera
Ospitato presso i locali de La Libreria Mursia, in via Galvani 24, a Milano, lo Spazio MilanoNera sarà interamente dedicato agli eventi e alla presentazione di libri gialli e noir. Ogni giovedì sera e ogni sabato mattina, lo Spazio accoglierà autori e protagonisti del giallo italiano e internazionale attraverso incontri, reading e anteprime, ma anche corsi e workshop di scrittura creativa tenuti da docenti d’eccezione.
Il primo ospite in programma sarà il Presidente della regione Piemonte Mercedes Bresso, che sabato 19 settembre (alle ore 11) presenterà il suo “Il profilo del tartufo” (Rizzoli). Il calendario degli incontri di settembre e ottobre è fittissimo: interverranno infatti Alfredo Colitto (“Il candidato” - Verdenero), Gianluigi Nuzzi (“Vaticano Spa” - Chiarelettere), Danilo Arona e Alan D. Altieri (“Bad Prisma” - Mondadori), Alfredo Chiappori (“Quanti denti ha il pescecane” - Mursia), Hans Tuzzi (”La morte segue i magi” - Bollati Boringhieri) e la presentazione ufficiale del primo numero di MilanoNera Mag. Perché lo Spazio MilanoNera sarà anche sede della redazione del giornale che, da fine settembre, con una nuova e accattivante veste grafica, riprenderà le sue pubblicazioni con cadenza mensile e sarà distribuito gratuitamente nelle principali librerie d’Italia.
All’interno dello Spazio MilanoNera sarà inoltre possibile trovare e acquistare i cento romanzi gialli e noir più belli di sempre selezionati dalla redazione di MilanoNera. Dai grandi classici di Edgar Allan Poe, Carlo Emilio Gadda, Agata Christie, Giorgio Scerbanenco, James Ellroy e Jean Claude Izzo sino alle ultime novità editoriali come Fred Vargas e Stieg Larsson.
L’iniziativa è curata dalla MilanoNera Eventi (www.mne20.com), la società di organizzazione eventi culturali nata dal web press MilanoNera, presieduta dallo scrittore Paolo Roversi e composta di undici storici collaboratori della testata. “Con l’inaugurazione di questo spazio, MilanoNera diventa definitivamente un punto di riferimento nel panorama giallo e noir nazionale - spiega Roversi - . Dopo il portale e la web press gratuita, il nostro obiettivo è crescere anche grazie a questo spazio che, ci auguriamo, catalizzi l’interesse di tutti i lettori milanesi. E non solo“.
http://www.ilrecensore.com/wp2/2009/09/letteratura-noir-apre-lo-spazio-milanonera/
martedì 15 settembre 2009
“Vaticano Spa” e i suoi intrighi. La finanza della Santa Sede
Lettere, relazioni riservate, bilanci, verbali, bonifici. Spericolate operazioni finanziarie mascherate da opere di carità e fondazioni di beneficenza. La finanza del Vaticano come non è stata mai raccontata. Magagne finanziarie, fondazioni fittizie, riciclaggio di denaro sporco, collusioni tra mafia e Vaticano. Questa è solo una piccola parte dell’intricato e losco universo che Nuzzi cerca di indagare sempre corredando le proprie affermazioni con documenti, dichiarazioni e scritti consultabili.
La saletta dedicata alle presentazioni della libreria Boragno di Busto Arsizio, giovedì 10 settembre, era piena fino all’orlo nonostante il caldo di un’afosa serata di fine estate. I presenti avevano tutti in mano una copia di “Vaticano Spa”: c’è voglia di incontrare l’autore per chiedere spiegazioni, approfondimenti, chiarimenti su un argomento che quantomeno stupisce per quanto sia paradossale.
Tutto comincia con il ritrovamento di documenti preziosissimi provenienti proprio dell’interno delle mura vaticane: si tratta dell’archivio di monsignor Renato Dardozzi, tra le figure più importanti nella gestione dello Ior (Istituto per le opere religiose, ovvero la banca del Vaticano), fino alla fine degli anni Novanta. Il prelato aveva fatto per anni la spola tra Ior, banche, politici e Santa Sede, aveva coperto intrecci finanziari di dubbia legalità per paura di rimetterci la vita. Tuttavia, alla fine dei suoi giorni, lascia le carte in suo possesso per denunciare un sistema corrotto e ambiguo. Si tratta di documenti che coprono un periodo che ha inizio con la morte per avvelenamento del banchiere Michele Sindona mentre lo Ior era diretto dal vescovo Paul Marcinkus, degli accordi tra Vaticano, Banco Ambrosiano e Loggia P2, del ritrovamento del cadavere di Roberto Calvi sotto il ponte dei Frati Neri a Londra.
Era stato detto che il pontificato di Giovanni Paolo II aveva contribuito a restaurare il buio periodo di illegalità economico-finanziaria degli anni ‘70. Dalle carte risulta tutto il contrario. Dardozzi viene nominato nella commissione incaricata di “tirar fuori” lo Ior dal caso Calvi-Banco Ambrosiano, operazione riuscita con successo nel 1984, ma con la perdita di 242 milioni di dollari. Si parla di conti correnti occulti su cui sono transitati almeno 270 milioni di dollari provenienti da giri mafiosi. Come il conto Spelman, tra i cui firmatari autorizzati risulta anche l’onorevole Giulio Andreotti, e sul quale sono passate tangenti.
I conti utilizzati per il riciclaggio vegono aperti da monsignor Donato De Bonis, prelato dello Ior, che dimostra un cinismo senza limiti intestando gli stessi a finte associazioni di beneficenza in favore di bambini poveri o malati di leucemia. Ci sono poi eredità che dovevano essere devolute per opere di bene intascate da De Bonis & co. e denaro sottratto alle celebrazioni funerarie.
Gianluigi Nuzzi è giornalista di “Libero”. E’ stato inviato di “Panorama”, giornalista del “Corriere della Sera”, del “Giornale” e dal 1994 segue le principali inchieste giudiziarie con implicazioni politiche e finanziarie del nostro Paese.
Autore: Gianluigi NizziTitolo: Vaticano Spa. Da un archivio segreto la verità sugli scandali finanziari e politici della Chiesa
Hoffine, scatti "casalinghi" dei peggiori incubi infantili
venerdì 4 settembre 2009
Tutti pazzi per gli Offspring
Tutto esaurito per l’unica data italiana del tour "Shit Is Fucked Up” che gli Offspring terranno in Italia, stasera all’Alcatraz di Milano. Il quartetto californiano che ha rivoluzionato il punk rock negli anni '90 continua a far impazzire giovani e meno giovani con i suoi successi. Da “Original prankster” a “Bad habit” fino all'ultimo album “Rise And Fall, Rage And Grace”, per la creazione del quale sono stati necessari due anni di lavoro. La musica, ma anche effetti speciali e special guests intratterranno i fortunati che sono riusciti ad accaparrarsi i preziosi biglietti. Se il gruppo di Dexter Holland dovesse replicare la scaletta che ha portato nelle date precedenti del tour, verranno suonate molte canzoni storiche del gruppo e in particolare dell’album “Americana”, mentre del nuovo cd saranno presentati solo alcuni pezzi. Gli Offspring, attivi dal lontano 1984, hanno contribuito a reinterpretare le prime sonorità punk rock in chiave moderna negli anni novanta. In 25 anni di attività hanno venduto più di 34 milioni di dischi attraverso otto album studio, due compilation, quattro EP e tre DVD, diventando una delle band punk che ha venduto di più di tutti i tempi. Il gruppo è considerato tra i maggiori esponenti ed eredi dell'hardcore melodico classico californiano dell'inizio degli anni '80, nonostante il notevole successo commerciale e le sonorità talvolta leggere. Sul palco dell’Alcatraz gli Offspring saranno preceduti dai Broadway Calls e da altri ospiti non ancora annunciati.
venerdì 28 agosto 2009
Tre romanzi online per Paulo Coelho
Il libro durerà per altri mille anni - aveva detto alla fiera del libro di Francoforte - ma per uno scrittore, internet è un formidabile strumento per incrementare il desiderio di leggere del pubblico". “Nulla potrà mai sostituire la carta stampata - ha continuato -, ma internet è uno strumento che lo scrittore non può ignorare“. Lo scrittore è anche un fortissimo sostenitore della condivisione file in rete, la quale consente al lettore di provare il prodotto prima del suo acquisto e, soprattutto per i libri, la considera fondamentale. Per tale motivo ha promosso questa originale iniziativa.
Online saranno scaricabili due romanzi completamente inediti: “Il cammino dell’Arco” e “Storie per padri, figli e nipoti” oltre a una raccolta di suoi scritti già pubblicati in rete, “Il guerriero della luce“. Il download è gratuito in varie lingue tra cui l’italiano e in molteplici formati, dal pdf a quelli elettronici per Kindle o Sody Reader. L’annuncio l’ha dato lo stesso Coelho, ovviamente dalle pagine di uno dei suoi social network preferiti, Twitter. “Questo è il mio regalo per voi“, ha scritto con l’essenzialità che il mezzo consente e ha aggiunto che non intende rilasciare i diritti a nessun editore per i prossimi due anni. Tale iniziativa procurerà con molta probabilità un successo editoriale mai registrato, tutto grazie alla gratuità di internet.
Con internet, dunque, cambia il mezzo ma non i contenuti. I temi trattati anche in questi inediti digitali sono quelli ormai cari da anni allo scrittore brasiliano: dalla fatica del vivere alla ricerca della saggezza. Il rapporto di Coelho con la rete si è costruito nel corso degli anni a partire dal 1999 quando fu proprio una copia pirata digitale del suo libro “l’Alchimista” che gli permise una diffusione lampo in Russia, passando da appena dieci mila copie vendute a un milione in un solo anno. Nel suo rapporto con il web non sempre tutto è filato liscio ma qualche incomprensione sull’argomento con uno dei suoi editori, la statunitense Harper Collins, non ha impedito allo scrittore brasiliano di continuare a utilizzare la rete come grande piattaforma di comunicazione. Proprio lo scorso anno Coelho ha tenuto a battesimo un “web-generated film“, un lungometraggio creato dai suoi fan di MySpace tratto dal suo romanzo “La strega di Portobello“. Tutto rigorosamente su internet.
Paulo Coelho è nato a Rio de Janeiro nel 1947. È considerato uno degli autori più importanti della letteratura mondiale. Le sue opere, pubblicate in più di centosessanta paesi e tradotte in sessantasei lingue, hanno venduto oltre cento milioni di copie. Tra i premi più recenti ricevuti dall’autore, il “Crystal Award 1999″, conferitogli dal World Economic Forum, il prestigioso titolo di Chevalier de l’Ordre National de la Légion d’Honneur, attribuitogli dal governo francese, e la Medalla de Oro de Galicia. Dall’ottobre del 2002 è membro della Academia Brasileira de Letras. Bompiani ha pubblicato con enorme successo L’Alchimista (1995), Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto (1996), Manuale del guerriero della luce (1997), Monte Cinque (1998), Veronika decide di morire (1999), Il Diavolo e la Signorina Prym (2000), Il Cammino di Santiago (2001), Undici minuti (2003), lo Zahir (2005), Sono come il fiume che scorre (2006), La strega di Portobello (2007) e Henry Drummond Il dono supremo (2007).
http://www.ilrecensore.com/wp2/2009/08/tre-romanzi-online-per-paulo-coelho/
mercoledì 5 agosto 2009
Il trionfo della bellezza carioca
La serata si è svolta tra grandi emozioni. Un gala che anche se puntava a eleggere Miss Latinoamericando 2009, si è ampliato con diverse performance di artisti maschili per intrattenere e lasciare spazio alle ragazze di cambiarsi nelle tre sfilate previste. Presentazione, costume da bagno e abito da sera, sono stati i momenti che hanno permesso al pubblico e alla giuria di apprezzarle e conoscerle un po’. Tuttavia non è stato facile per la giuria composta da rappresentanti della stampa e dello spettacolo consegnare i titoli in palio. Barbara Gorlini, in rappresentanza della direzione di Latinoamericando Expo, ha portato sul palco il verdetto della giuria con il nome delle vincitrici che, nonostante la tensione, non hanno mai smesso di sorridere. Doris Mendoza ha nominato Miss Cinema: Camille Corneiro (brasiliana di 24 anni), che avrà l’opportunità di intraprendere la carriera di attrice in un film di Claudio Fragoso. Marco Mangiarotti ha nominato Miss Media: Fernanda Leal Schiavon, brasiliana di 27 anni, mentre Rossella Verdiglione ha nominato Miss Moda: Lubillera Baez Seguera equadoriana 24enne. Nominate invece dalla bellissima Juliana Jerugan e da Francesco Bozzetti Miss Simpatia: la dominicana di 25 anni Glenys Ramirez e Miss Eleganza: la giovane equadoriana Nicole Garcia. Sono stati abbondanti i premi che le Miss hanno ottenuto grazie a questo evento. Dal viaggio al paese di origine per Miss Latinoamericando, all’abito da sera e costumi da bagno che le ragazze hanno indossato, una settimana in agriturismo, buoni sconto, prodotti di bellezza.
martedì 4 agosto 2009
Luiggy Luiggy al Latinoamericando
lunedì 3 agosto 2009
Latinoamericando tra musica e bellezza
giovedì 30 luglio 2009
Una fiction sulla Callas prodotta a Milano
venerdì 24 luglio 2009
"La più bella del mondo": al The Beach è festa per otto
http://www.cronacaqui.it/news-bellissima-e-piccante--e-miss-cronacaqui_25155.html#
Donne e lavoro: le esperienze
“Appena mi si è presentata l’occasione sono entrata in una società di consulenza. Avere quel lavoro significava affrontare una vera sfida, perché a me le cose semplici non piacciono, le molle che mi muovono sono il mettermi in situazioni un po’ estreme dove sei costretta a metterti in gioco pesantemente. Alla fine sono riuscita a dimostrare a tutti che potevo farcela“. Parla così Laura Protasoni, consulente d’impresa di Gallarate.
Cristina Ronzoni, invece, ha iniziato a lavorare durante gli anni dell’università, come cameriera, aiuto cuoco, lavapiatti, apicoltrice e poi come insegnante, operatrice in comunità fino a diventare presidente di un Consorzio milanese di cooperative sociali. “Ero una donna che si confrontava in un ambito maschile e in un ruolo non proprio femminile – racconta –; è chiaro che se non avessi maturato certe competenze sarei rimasta indietro“.
Diletta Colombo, 28 anni, aspirante libraia. “Mi sono laureata nel 2005 in scienze politiche alla Statale di Milano e la tesi è andata così bene che avrei voluto fare il dottorato in storia delle relazioni internazionali. Presto mi sono scontrata con la dura realtà: fare il dottorato è una passione, devi esserne estremamente convinto e metterti nell’ottica che per molti anni non guadagnerai. Ti dedichi alla ricerca con un minimo rimborso spese e devi tentare in tutti i modi di vincere una borsa di studio per non fare la fame. Dopo essermi fatta due conti ho lasciato perdere e ho cominciato a inviare curriculum. Il giorno dopo già mi avevano chiamato per un colloquio alla Fnac. Ho avuto contratti co.co.co, part-time, semestrali e adesso ne ho uno di 18 mesi con possibilità di inserimento”.
Storie di donne lavoratrici che ancora oggi per assumere nella società il ruolo che meritano sono costrette a grossi sacrifici, di sicuro a mostrare capacità ed eccellenza. A volte sono obbligate a rinunciare ai propri sogni. Questo è l’unico modo per emergere. A maggior ragione in tempo di crisi. Ad oggi, tuttavia, le donne si confermano come le vere protagoniste del nostro mercato del lavoro, al cui interno si muovono sia come occupate, sia come ex-disoccupate alla ricerca di un impiego.
Dal 1993 al 2008 il tasso di attività femminile è passato dal 47,8% al 60%, il tasso di occupazione dal 43,4% al 57,1%. Lo rivela uno studio del Dipartimento del mercato del lavoro della CGIL Lombardia che ha altresì analizzato il mondo dell’imprenditoria femminile. Un fenomeno che cresce con ritmi sempre più sostenuti e che rappresenta il 25% dell’imprenditoria italiana. Le imprese controllate da donne si situano in particolare nel settore terziario: commercio, ristorazione e alberghi, servizi alle aziende, servizi sociali, personali e sanità.
Ma le prospettive in periodo di crisi non sono ovviamente rosee per nessuno. In particolare per quelle donne con contratti atipici (in Lombardia sono il 72% di contratti di avviamento al lavoro). Le imprese prevedono un calo dei livelli occupazionali attraverso il blocco del turnover e la cessazione dei contratti a termine. Riusciranno ancora una volta le donne a dimostrare il loro valore e superare questa fase trattenendo il proprio posto di lavoro con le unghie e con i denti? I precedenti, per fortuna, fanno ben sperare.
Massimo Ceriani lavora nella consulenza e formazione professionale e pratica da anni la pista della ricerca locale e delle storie di vita. Ha pubblicato, tra l’altro, Che cosa rimane. Racconti dopo il Sessantotto (Jaca Book, 2001) e Può non essere così. L’esperienza di un gruppo di donne con storie difficili (Alberti Editore, 2004).
http://www.ilrecensore.com/wp2/2009/07/donne-e-lavoro-le-esperienze/
giovedì 23 luglio 2009
Ecco il romanzo che non c'è
La città della Marina Militare e dello stabilimento siderurgico più grande d’Europa, con record in fatto di inquinamento e morti bianche. La città che ha prodotto il fenomeno Cito e il dissesto finanziario più grave d’Italia.
Una narrazione in stile cinematografico segue i personaggi che si muovono attorno alle vicende calcistiche: una tifosa in procinto di sposare un “buon partito”, un disoccupato che non esce più di casa, due giornalisti che si contendono la stessa donna, un sindaco consigliato dal suo usciere. Un romanzo dove comicità e sprazzi di poesia si alternano a ritmo serrato. Una favola paradossale, ma realistica, sui meccanismi dell’informazione, sui rapporti fra Nord e Sud, sulle contraddizioni del calcio moderno e di quello di provincia. Una storia che diverte, commuove e fa riflettere.
Questa è la recensione di “L’eroe dei due mari“, il nuovo romanzo del giornalista Giuliano Pavone. Fin qui nulla di strano, se non fosse che il libro in questione non è ancora stato pubblicato perché non è ancora stato trovato un editore disposto a farlo. Chi ha recensito la storia di Luìs Cristaldi l’ha dovuta leggere in formato di manoscritto e su fogli volanti. “Ho appena letto <
La recensione di Labranca ha suscitato molto interesse, sulla stampa cartacea e online. Diversi commenti e riflessioni sono state lasciate sul blog letterario Booksblog. Fra i commenti spicca quello di Fernando Coratelli, editor e scrittore: “Confermo il giudizio di Labranca, e aggiungo che se diverte come una commedia anni Settanta, possiede però anche l’amarezza della commedia anni Sessanta. Scritto con stile elegante ma mai eccessivo, è un grande romanzo corale che in alcune pagine descrittive degli stadi italiani, rimanda alle descrizioni di <
Ma perché nessun editore vuole pubblicare il romanzo di Pavone? “La concorrenza è spietata - spiega l’autore - : le case editrici ricevono decine, se non centinaia, di manoscritti al giorno. Anche nel caso che il proprio libro venga scelto, bisogna mettere in preventivo molti mesi prima di avere una risposta. Io ho iniziato a proporre il mio romanzo “solo” tre mesi fa, quindi è normale che non abbia ancora un editore. Anche se, a partire dalla recensione di Labranca, qualche giorno fa, sono già stato contattato da tre editori (alcuni dei quali avevo provato a contattare senza fortuna)! Questa improvvisa impennata di interesse da un lato è normale (anche considerando il credito di cui gode Labranca) ma dall’altro mi stupisce un po’. In fondo il mio romanzo (e come il mio tanti altri) anche senza che ne parlassero i giornali avrebbe ugualmente meritato una chance, no?
http://www.ilrecensore.com/wp2/2009/07/ecco-il-romanzo-che-non-ce
mercoledì 15 luglio 2009
Dal reggae allo ska: la musica è al Carroponte
giovedì 9 luglio 2009
Dreyer all'Oberdan
martedì 30 giugno 2009
Una spystory a Milano
domenica 28 giugno 2009
Un dizionario per Dumbo e Pochaontas
Nel libro sono presenti cinque livelli di visione consigliata, determinati da pedagogisti, psichiatri e psicologi. Il Dizionario dei Cartoni Animati, edito da Anton Edizioni, sarà disponibile a un prezzo di 50 euro dal 27 giugno presso le librerie e i rivenditori del circuito Pan Distribuzione del gruppo Panini e su internet all'indirizzo www.criptonet.it.
martedì 23 giugno 2009
Trent’anni di guerra tv e il futuro del piccolo schermo
Non è successo in nessun altro Paese occidentale; in nessuno il proprietario di quasi metà dei canali televisivi nazionali si presenta alle elezioni cinque volte in quattordici anni, per tre volte le vince e diventa capo del Governo. Più di trent’anni è durata la «guerra» televisiva. Le sue radici affondano nella critica all’industria culturale. Le sue battaglie sono state parte di un gioco che aveva per posta l’assetto politico del Paese: gli anni Ottanta, l’ascesa del Cavaliere, il formarsi dell’Ulivo e la sua fine con la caduta del Governo Prodi, le leggi Maccanico, Gasparri e Gentiloni, la travagliata esistenza del Pd, il naturale alternarsi dei cicli politici. E, ora, siamo nei giorni scuri in cui alcuni potrebbero perdere fiducia nel futuro del capitalismo.
Da trent’anni la questione televisiva ingombra la scena politica italiana. Può essere piantata come bandiera dell’opposizione al centrodestra berlusconiano. Oppure può essere studiata per capire le cause delle tante anomalie italiane, di cui fa parte.
“Il sistema informativo - ha detto Veltroni - non è fondato sull’autonomia. Il sistema è fatto da televisioni private, di cui è proprietario il presidente del Consiglio, e televisioni pubbliche, i cui vertici sono nominati dal presidente del Consiglio”. Non si è fatta attendere la risposta di Confalonieri. “Nessuno può negare - ha spiegato - che ci sia il conflitto di interessi. Ma ci sono persone che ogni cinque anni se ne fregano e lo votano. E’ un paese di cretini?». Secondo Veltroni, però, «non è il voto che consente di fare qualsiasi cosa. E’ un’idea sbagliata dal punto di vista della democrazia“. Il presidente di Mediaset ha replicato che con questa affermazione insulta gli 8mila giornalisti italiani. “Io i giornalisti li difendo - ha risposto l’esponente del Pd - ma esiste il problema che si sente un po’ una cappa di piombo in tv”. Poi, a chi gli ha chiesto se ritenga possibile trovare una soluzione al conflitto d’interessi, Veltroni ha risposto “sì” e, parlando dell’autonomia del sistema, ha sottolineato “che non si può essere giocatori e arbitri. Se le regole sono fissate da un giocatore, la partita è falsata“.
Ritornando al tema della guerra mediatica Confalonieri ha affermato: “La concorrenza è finita perché la tecnologia ha spostato il campo. Oggi c’è la tv digitale, il satellite, internet ma ci vogliono delle nuove regole dettate soprattutto dalla tecnologia. Inoltre -ha proseguito- c’è Murdoch che è l’editore più forte del mondo, ha i più grandi giornali del mondo e ha capito prima di tutti cosa fosse la pay tv. Il futuro è questo e bisognerà attrezzarsi, assecondare la tecnologia senza però dimenticare che prima di tutto ci sono i contenuti“.
Veltroni ha sottolineato come vi sia però una lettura particolare che va in un’unica direzione in questo passaggio complesso della televisione, un passaggio, ha detto che “si sta configurando con un pensiero unico. Mi rendo conto di quanto potesse essere dura nel periodo della egemonia del centrosinistra per gli esponenti di destra e oggi ci troviamo nella situazione opposta. Detto questo però dal punto di vista del paese la rottura del monopolio televisivo è stato un fatto positivo perché le tv locali sono state una grande ricchezza“.
Antonio Pilati (Milano 1947), componente dell’Autorità garante della Concorrenza e del mercato. Già direttore dell’Istituto di economia dei Media della Fondazione Rosselli. Ha pubblicato Il legame spezzato. Cittadini e politica (Ideazione Editrice, Roma 2003), La fabbrica delle idee (Baskerville, Bologna 2000) e ha curato Economia della conoscenza (il Mulino, Bologna 2005). Per Einaudi ha pubblicato, con Franco Debenedetti, La guerra dei trent’anni. Politica e televisione in Italia 1975-2008 (2009).
Franco Debenedetti (Torino 1933), ingegnere, trentacinque anni nell’industria (Cir, Fiat, Olivetti), poi senatore con il centrosinistra per tre legislature. Ha pubblicato Sappia la Destra (Baldini Castoldi Dalai, Milano 2001), Grazie Silvio (Mondadori, Milano 2006), Quarantacinque percento (Rubbettino, Soveria Mannelli 2007) e ha curato Non basta dire No (Mondadori, Milano 2002). Scrive su diversi giornali italiani. Per Einaudi ha pubblicato, con Antonio Pilati, La guerra dei trent’anni. Politica e televisione in Italia 1975-2008 (2009).
http://www.ilrecensore.com/wp2/2009/06/trentanni-di-guerra-tv-e-il-futuro-del-piccolo-schermo/
lunedì 22 giugno 2009
Take off
Cinque stili, cinque giovani artisti, cinque interpretazioni della realtà, un’unica cornice. Nei suggestivi e ampi spazi ex-industriali della Fabbrica Borroni di Bollate (Mi) è ospitata dal 17 aprile al 10 maggio, l’esposizione “Take Off”che riunisce le opere di cinque artisti trentenni, tra i più geniali nella scena contemporanea italiana. La mostra non ha lo scopo, come spesso accade, di dare espressioni diverse e personali a un tema specifico, ma vuole essere il trampolino di lancio di artisti emergenti che hanno avuto la possibilità di presentare cinque personali esponendo i propri lavori in totale libertà. Questo ha permesso alla creatività di ciascuno di essere trasmessa all’occhio e all’anima dello spettatore con potenza massima. Alessandro Brighetti, Desiderio, Fabiano Parisi, Felipe Cardeňa e Svitlana Grebenyuk sono i protagonisti di “Take Off”, mostra curata da Chiara Canali, in cui si alternano quadri, installazioni, collage, videoproiezioni e suoni. Avvicinare cinque personalità e tecniche così diverse significa indagare nelle nuove prospettive dell’arte contemporanea che trova le sue nuove forme nell’interazione tra generi.
L’esposizione di Alessandro Brighetti è intitolata “God Alter Ego” e attraverso enormi wall drowings cerca di raccontare l’idea dell’uomo come dio del proprio mondo. La compenetrazione di arte e scienza, l’accostamento di pittura e collage, non vogliono esprimere una critica negativa, ma una presa di coscienza di come l’uomo può elevarsi a Dio per mezzo della ricerca e di scoperte tecnologiche che danno la possibilità di progredire a partire dalle basi date dalla natura. Per questo Brighetti ci mostra una grande zoomata al microscopio di un’arteria umana in cui decine di gru lavorano con assiduità oppure un enorme vetrino istologico per un’osservazione da laboratorio. Anche l’inversione delle dimensioni, dunque, per spiegare come l’uomo, da microscopico microcosmo, possa trasformarsi in demiurgo.
La sala dedicata all’esposizione di Desiderio e chiamata “Atomic Racket” è sicuramente la più inquietante. Pitture e suoni diventano un tutt’uno spaventoso di cui i bambini sono tristi protagonisti. Situazioni perfettamente normali racchiudono particolari destabilizzanti che spaventano e straniano fortemente. Un grande quadro che rappresenta una classe di bambini in grembiule bianco, nasconde un ragazzino con due teste e una suora con la faccia di un robot: non un sorriso, solo tristezza negli occhi di tutti. Tristi ricordi dell’epoca di Chernobyl. Così come i grandi ritratti di bimbi che portano in braccio animali abnormi e deformati. La bambina dallo sguardo tranquillo accostata a un enorme e spaventoso aneroide di lamiera racconta una necessità di proiezione verso il futuro e una voglia di esistenza al di là di una normalità ricercata e purtroppo impossibile da raggiungere.
Fabiano Parisi con “Still Life” arricchisce la sua già importante collezione “Residui industriali e umani”. Una serie di desolanti stampe fotografiche in tecnica mista e resina su ferro, incorniciati e sulle quali l’artista interviene con la pittura. L’idea è quella di dare nuova vita all’abbandono di vecchi spazi industriali in cui i giochi di luci e colori creano una nuova freschezza, ma anche un opprimente senso di statico vuoto. Attraverso le fabbriche svuotate di significato è forse possibile cogliere l’eco della vita e delle vite e delle storie che le hanno attraversate nel tempo.
Tutt’altra atmosfera si respira nella sala dedicata a Felipe Carena che si presenta con “The Black Dahlia”. Colori e fiori sono l’elemento dominante dei suoi collages, ma ogni opera ha un protagonista diverso. Questa collezione è dedicata alla detective story d’autore con collage dedicati a protagonisti che potrebbero provenire dalle più rinomate storie poliziesche degli anni Trenta e Quaranta. Una serie di potenziali assassine dagli occhi penetranti e dal sorriso ammaliante o anche modelle e attrici finite per un crudele scherzo del destino come vittime sacrificali di un delitto premeditato.
La maggior parte dei personaggi dipinti da Svitlana Grebenyuk, invece, è rappresentata da uomini senza volto. Nell’esposizione “Ultima Traccia” l’artista racconta un percorso personale dall’esplosione dei colori e dalla definizione dei tratti, alla ricerca minimale in bianco e nero nella descrizione dei protagonisti. Da paesaggi e personaggi rappresentati come in una fotografia, si arriva al racconto tramite linee essenziali, con l’utilizzo di pochi, semplici particolari utili alla descrizione del soggetto, che, tuttavia, non perde la sua potenza emotiva. Anzi, la sensazione di mancanza, di vuoto, di necessità di creazione personale dello spettatore, dona nuova forza espressiva ai quadri della Grebenyuk.
L'arte fatta di timbri di Reena Saini Kallat
Esplorando la seconda parte della mostra di Reena Saini Kallat, si resta, se possibile, ancora più stupiti. L’opera che colpisce maggiormente è “The ironing board”, una scultura stavolta. Si tratta di un abnorme asse da stiro con un ferro assolutamente incapace di assolvere alla sua tradizionale funzione: diverse protuberanze, infatti, sporgono dalla base rendendolo inservibile. Ci sono armi, tetti di edifici religiosi, oggetti simili ai pezzi degli scacchi. La scultura vuole essere un riferimento alla stretta relazione, spesso conflittuale, che l’India mantiene con il confinante Pakistan. Due nazioni da sempre incompatibili, ma alla ricerca di un processo di pacificazione. Sul drappo che si trova sotto il ferro da stiro, infatti, sono ricamati i nomi di tutti coloro che hanno firmato la petizione di pace tra India e Pakistan, oltre al disegno di mappe che rappresentano territori contesi tra i due Stati, un’immagine ricorrente nelle opere dell’artista. Reena Saini Kallat utilizza le mappe come simbolo per criticare la stupidità umana nel mondo, senza volersi limitare alla realtà indiana. Il messaggio che traspare è pessimista: un ferro da stiro che non può essere usato per appianare le pieghe del drappo, come a voler suggerire un’impossibilità di sedare i contrasti.
martedì 16 giugno 2009
I tabù della letteratura erotica. La passione scorre tra le pagine
In passato la letteratura erotica ha avuto diffusione limitata, sia per l’imbarazzo di ammettere il possesso di un libro di quel genere sia per la vergogna dell’acquisto in libreria. Ora il settore comincia a rialzarsi. Poi la cultura televisiva l’ha riabilitata e successivamente sdoganata come lettura psicologica, allentando quell’alone di proibito che aleggiava tra le sue pagine. A questo punto i romanzi erotici del passato non rappresentavano più a pieno titolo l’immaginario di donne e uomini dei nostri tempi e, con l’avvento di internet, sono prolificati portali di ogni genere che raccoglievano i racconti personali dei nuovi autori di questo filone. Ora che l’offerta è così vasta e facilmente fruibile in modo totalmente anonimo, ci si è accorti che i numeri statistici di questo filone sono aumentati a dismisura per quanto riguarda la lettura online, a differenza dei formati cartacei che continuano ad arrancare.
A livello di libri il caso eclatante è stato quello di Catherine Millet, scrittrice francese che nel suo “Vita sessuale di Catherine M.” (Mondadori, 2002) descriveva senza remore le sue abitudini sessuali. Il libro andò a ruba. In Italia la pietra dello scandalo fu Melissa P., che nel suo “100 colpi di spazzola prima di andare a dormire” (Fazi, 2003) mette a nudo le sue esperienze sessuali di adolescente, con un’innocenza quasi disarmante. Non meno esplicito il romanzo sadomaso “L’uomo che mi lava” di Valentina Maran (Piemme, 2006).
Due anni fa (edito da Sonzogno, 2007) “Il dolce veleno dello scorpione“, libro-testimonianza di Bruna Surfistinha. E’ il diario di un’adolescente brasiliana, squillo d’alto bordo pur senza averne necessità economica. Nato da un blog tenuto dalla ragazza, è uno dei casi, sempre più frequenti, in cui il web diventa veicolo di contenuti per la carta stampata. Bruna (pseudonimo della ragazza) sceglie la prostituzione come mezzo per uscire dalla schiavitù della famiglia e quindi come affermazione della libertà.
Un tema dominante nella letteratura erotica femminile, le cui autrici hanno fatto del sesso il modo per affrancarsi dalla schiavitù della vita quotidiana e per dimostrare la propria indipendenza. Ma se negli anni Settanta, quando la donna stava lottando per ottenere i propri diritti, scrivere romanzi erotici femminili aveva un senso, una sorta di liberazione da una schiavitù durata secoli, oggi la sovraesposizione mediatica delle parti intime femminili ha svuotato questi contenuti di qualsiasi significato erotico. Parlarne non dà più scandalo, anzi, risponde a un cliché ormai superato. Non c’è più mistero, tutto è reso esplicito da televisione, cinema, carta stampata e web.
“Posh porn” è l’espressione con cui viene definito un nuovo filone di letteratura erotica.. Una definizione che ben caratterizza lo spirito alla base di una letteratura che nulla ha a che vedere con gli slanci realisticamente passionali delle scrittrici degli anni Settanta. Fredde e distaccate, scrittrici e protagoniste di questi nuovi romanzi vivono il rapporto sessuale con un cinismo calcolato e privo di partecipazione emotiva. Sanno quello che vogliono e hanno intenzione di raggiungerlo il prima possibile, senza fronzoli inutili ad accompagnarlo.
http://www.ilrecensore.com/wp2/2009/06/i-tabu-della-letteratura-erotica-la-passione-scorre-tra-le-pagine/