martedì 5 giugno 2007
Kandinsky. Una mostra dedicata al genio dell'astrattismo
"Kandinsky e l’astrattismo in Italia. 1930 – 1950"
10 marzo – 24 giugno 2007
Palazzo Reale, Milano
Per info: www.kandinskyeastrattismo.it
L’11 gennaio del 1947 si apriva sempre a Palazzo Reale la grande rassegna "Arte italiana e concreta": la prima grande mostra in Europa di arte astratta dopo la fine della guerra, dove Kandinsky era uno dei maestri europei presenti, accanto agli italiani Bassi, Bonini, Licini, Mazzon, Rho e Veronesi. Dopo esattamente 60 anni, con la mostra "Kandinsky e l’astrattismo in Italia. 1930 – 1950", il Comune di Milano rende omaggio al grande artista russo analizzando e mostrando i suoi forti legami con l’arte astratta in Italia. Wassily Kandinsky (Mosca 1866 - Neuilly-sur-Seine, Parigi 1944) è stato infatti un punto di riferimento fondamentale per l'astrattismo italiano degli anni Trenta e Quaranta, fino all’inizio degli anni Cinquanta, nonostante i suoi rapporti con l’Italia e l’arte locale siano stati sporadici. La mostra ricostruisce questo legame attraverso un nucleo di 42 opere di Kandinsky realizzate negli anni del suo insegnamento al Bauhaus, fino alla sua chiusura nel 1933, e successivamente durante il periodo parigino, quello del Blaue Reiter, fino alla sua morte nel 1944. L'astrattismo può risultare un genere ostico, difficile da comprendere e apprezzare ma le giustapposizioni di colore, le linee tortuose, la meticolosità dei tratti e le delicate sfumature degli acquerelli non possono non generare un'emozione anche nei meno appassionati. L'esposizione si apre col dipinto "Composizione VII" che con le sue grandi dimensioni (2 metri x 3) avvolge lo spettatore proiettandolo in un universo di colori di una realtà parallela. I quadri sono alternati alle riflessioni di Kandinsky sul significato dei colori e sull'importanza dell'armonia e della musica a cui cerca di dare un aspetto visivo tramite le sue tele. La suspence e le esplosioni di luce purtroppo scemano proseguendo nel percorso espositivo in cui si incontrano tele di artisti come Prampolini, Munari, Lucio Fontana il cui valore è annebbiato dalle opere del maestro russo posizionate in apertura.
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