giovedì 21 giugno 2007

Sonorità alternative per il concerto dei Meganoidi



OSTIA - Chi ricordava i Meganoidi come cinque ragazzi scanzonati più interessati al divertimento che alla qualità musicale ha dovuto ricredersi. Il concerto che si è tenuto presso l'Openbar di Ostia ha dimostrato senza ombra di dubbio che i tempi di "Supereroi Vs Municipale" e "Zeta Reticoli" sono ormai un lontano ricordo. I brani che hanno portato al successo la band genovese nel 1997 sono stati comunque riproposti così come parte dei pezzi che hanno segnato il loro percorso artistico. Si passa da un ironico ska-punk al rock alternativo e progressive per approdare a sonorità più leggere e introspettive, vicine alla musica pop. Davide Di Muzio (voce), Mattia Cominotto (chitarra), Luca Guercio (tromba e chitarra), Riccardo Armeni (basso), Saverio Malaspina (batteria), si sono soffermati, in particolar modo, sulla presentazione dell'ultimo album "Granvanoeli", uscito nel gennaio del 2006. Brani dalle note gravi e riflessive, ballate acustiche, testi impegnativi. E' l’album più difficile mai sfornato dal gruppo: le canzoni non hanno ritornelli ben marcati, il rock ha un incedere obliquo, le sonorità sono scure. La luce filtra solo a tratti. Un pezzo come “The Millstone” è notevole, ma è con “Dai Pozzi” che i genovesi offrono il meglio della loro nuova produzione: niente frasi sdolcinate, il testo è curato, le linee melodiche accattivanti, ma non sfrontate. Nessuno si sarebbe aspettato un'evoluzione tanto marcata e sfaccettata che ha portato i Meganoidi ad esplorare svariati generi anche grazie alle frequenti modifiche nell'organico della band. Le diverse esperienze e sensibilità dei musicisti sono state valorizzate e interiorizzate nel corso degli ultimi dieci anni pur senza dimenticare le peculiarità che hanno sempre contraddistindo il gruppo: autoproduzione e autodeterminazione artistica.

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