lunedì 26 novembre 2007
L'orrore di Guantanamo
Nato ad Amburgo da padre indiano e madre tedesca, Rashid vuole andare in India a incontrare una parte di famiglia che non ha mai conosciuto, ma si ritrova nel posto sbagliato al momento sbagliato. Arrestato dalla polizia pakistana e consegnato agli americani, viene trasferito a Guantanamo dove inizia la sua vita di prigioniero.
Realtà e allucinazione, dolore paura e incubo: tutto si fonde in questo romanzo coraggioso che senza inutile pathos racconta di un’esperienza inumana e assurda.
Sembra che a Guantanamo ci abbia passato degli anni. Non è una ex-detenuta, nè una donna-soldato, è solo una scrittrice, tedesca per giunta. Dorothea Dieckmann racconta la detenzione di Rashid tra incubo e realtà, una sorta di flusso di coscienza in cui la veglia si confonde con sogno, ricordo e speranza. La scrittrice si basa su dati reali descritti nei minimi dettagli: immagini e reportage di giornalisti, militari, ex detenuti della base cubana. I dati, però, sono accessibili a chiunque, ma solo l'immaginazione è in grado di guardare dentro la mente di un uomo, simbolo di molti altri, il cui corpo è stato svuotato, umiliato, ridotto ai minimi termini.
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