mercoledì 18 luglio 2007

"L'uomo medio + medio": avete davvero voglia di convenzionalità?


"L'uomo medio + medio"
di Pierre Paul Renders
con Khalid Maadour, Caroline Dhavernas, Thierry Lhermitte
Francia 2007
Commedia
Nelle sale dal 20 luglio 2007

"La ricerca di identità e la vera libertà individuale all'interno di una società che, in quanto potenza consumistica onnipresente e omnicomprensiva, ci inquadra e ci mette dentro delle caselle". Così Pierre Paul Renders descrive il significato ed obiettivo del suo ultimo lungometraggio intitolato "L'uomo medio + medio" con Khalid Maadour, Caroline Dhavernas, Thierry Lhermitte.
Emerso come concorrente del quiz televisivo "Comme tout le monde", Jalil viene preso di mira da una società di marketing che lo sfrutta come cavia attraverso la bella e misteriosa Claire. Fingendosi innamorata di lui, la ragazza lo testa (a sua insaputa) su prodotti e gusti mentre la società lo osserva giorno e notte, nel pubblico e nel privato. Quello che fa di Jalil un tipo "speciale" è che da solo vale un campione di 10.000 persone. Il suo dono è di essere lo specchio della maggioranza della gente, l'uomo medio più medio di tutti, al punto che persino il Presidente della Repubblica francese decide di basare la campagna elettorale sulle sue opinioni.
Che tipo di libertà ci resta in questa società apparentemente così libertaria, ma in realtà fatta di mode e stereotipi? E soprattutto, cosa vuol dire "essere come tutti gli altri"? Da una parte cerchiamo l'integrazione ad ogni costo, dall'altra sentiamo dentro di noi una vocina che esprime il desiderio di originalità, di unicità e che si rifiuta di essere assimilata alle masse.
Una commedia romantica, satirica, ironica e graffiante in grado di lanciare uno sguardo critico sul mondo di tutti i giorni.

martedì 10 luglio 2007

A Volterra torna l'arte etrusca


"Etruschi di Volterra. Capolavori da grandi musei europei"
21 luglio 2007 - 8 gennaio 2008
Palazzo dei Priori, Volterra
per info: www.etruschi-volterra.net

"Volterra è una città ricchissima di storia archeologica, ma i resti, negli anni, sono stati sparpagliati per vari musei italiani ed europei. Con questa mostra abbiamo cercato di recuperare diverse opere d'arte etrusca riportandole alla loro terra d'origine". Così Alessandro Togoli, assessore alla cultura del Comune di Volterra e presidente del Comitato Volterra Archeologica, presenta la mostra "Etruschi di Volterra. Capolavori da grandi musei europei", che si terrà dal 21 luglio all'8 gennaio prossimi presso il Palazzo dei Priori.
L'esposizione presenta una "Volterra fuori Volterra", proponendo reperti, molti dei quali poco conosciuti, provenienti dai principali musei europei e da collezioni private. Saranno presentate opere conservate al Louvre, nei musei di Berlino, nei Musei Vaticani, nei musei romani di Villa Giulia e di Villa Albani e nel Museo Archeologico di Firenze. Dopo dieci anni di assenza, la manifestazione riporterà all'ammirazione del pubblico la famosa "Testa Lorenzini", capolavoro che prende il nome dalla famiglia che ne è proprietaria. Si tratta di una testa di statua etrusca databile intorno al V secolo a.C.di grandi dimensioni. Raffigura una divinità, probabilmente Apollo, ed è la più antica scultura realizzata con marmo apuano che si conosca nell'Etruria Centrale.
"Velathri - spiega Gabriele Cateni, direttore del Museo Etrusco Guarnacci che collabora con la mostra - è stato uno dei primi luoghi in Italia dove sono avvenute sistematiche ricerche archeologiche dal XVIII secolo in poi. Ciò ha implicato una precoce e diffusa notorietà della nostra città che purtroppo è andata perduta col passare del tempo. L'ambizioso obiettivo dell'esposizione è quello di cercare di rendere a Volterra il lustro che merita".

venerdì 6 luglio 2007

Stephan Balkenhol. L'uomo intrappolato nella normalità


"Stephan Balkenhol"
7 Luglio - 17 settembre 2007
PAC Padiglione d'Arte Contemporanea, via Palestro 14, Milano
Per info: www.comune.milano.it

La quotidianità portata all'esasperazione, fatta di abiti banali, di apparente indifferenza per il particolare, la rappresentazione statica della figura umana: Stephan Balkenhol inaugura la sua prima esposizione italiana presso il PAC (Padiglione d'Arte Contemporanea) di Milano.
Circa 40 sculture intagliate nel legno grezzo e verniciate in maniera volutamente non curata esprimono la visione dell'uomo secondo l'artista. Le opere non sono rifinite, spesso nel basamento o nel piedistallo si vede il tronco da cui sono estratte, come a voler dare un segno di vita e di movimento in contrasto con la staticità delle rappresentazioni e l'inespressività dei volti. Uomini comuni in maniche di camicia, nudi, coppie danzanti, figure che sembrano manichini in un negozio fuori moda. Persone intrappolate in un'immagine che non appartiene loro, costretti dalla società a portare maschere che obbligano a fingere, che comportano azioni ripetute, standard, stereotipate, lente. Praticamente degli automi. Eppure le sculture dell'artista tedesco sembrano mostrare un tacito moto di ribellione, invisibile dall'esterno, ma percepibile a pelle.
Scolpite in un unico ceppo e poi dipinte, le figure dell'artista tedesco recuperano una pratica di lavorazione già in uso nel Medioevo e una tecnica d'intaglio adottata dall'Espressionismo. "Le radici di Balkenhol - sottolinea Vittorio Sgarbi, assessore alla Cultura del Comune di Milano - sono da ricercare tra Gutfreund e il presepe napoletano. La forma sbozzata, invece, come in un moderno "non finito" michelangiolesco, è sicuramente di Rodin".

martedì 3 luglio 2007

Ivan Theimer: la scultura classica di un artista contemporaneo


"Ivan Theimer"
Palazzo Reale, ex Museo della Reggia - Milano
6 luglio - 16 settembre 2007

Un affascinante viaggio all'indietro nel tempo, il ritorno al classicismo, alla scultura plastica, alla rappresentazione del reale, il rapporto profondo tra uomo e natura. Questo e molto altro è la mostra di Ivan Theimer a Palazzo Reale.
Un'accurata selezione di oltre 100 opere tra sculture e acquerelli testimoniano la maturità raggiunta dall'artista moravo che, dopo aver sperimentato l'opera concettuale, trova la sua miglior espressione attraverso il ritorno alle origini. "Quando si lascia un Paese - spiega Theimer alla conferenza stampa di presentazione - si è colpiti dalla pregnanza delle proprie radici. Oggi le mie radici sono culturalmente definite da influenze che vanno dal Bernini alla scuola neoclassica francese, dal Rinascimento all'architettura barocca". L'aspirazione a "etre absolument moderne" rivendicata da Rimbaud, non appartiene ad Ivan Theimer, almeno per quanto riguarda il linguaggio figurativo. L'obelisco, la colonna, le metope, la stele, vengono, infatti, riabilitati e rielaborati divenendo oggetti figli dell'età moderna in grado di descrivere la contemporaneità, in grado di soddisfare il temperamento irrequieto dell'artista e la sua continua ricerca di stile.
"Abbiamo voluto Theimer a Milano, in Italia - sottolinea Vittorio Sgarbi, assessore alla Cultura del Comune di Milano - perchè è nella nostra patria che siamo stati egizi, etruschi, romani, greci e bizantini. Ed è qui che siamo anche potuti ri-esserlo, tanto da generare il Ri-nascimento e il Neo-classicismo".

"Il Quarto Stato" trasloca a Palazzo Reale


"Il Quarto Stato" Pellizza da Volpedo
Palazzo Reale, Sala delle Cariatidi - Milano
6 luglio - 16 settembre 2007

"Il Quarto Stato è il primo dipinto del Novecento italiano, ma non è un'opera d'avanguardia. La vera rivoluzione sta nel messaggio che porta con sé: la spiritualità dell'uomo va cercata sulla terra, non alzando gli occhi al cielo". Così Vittorio Sgarbi, assessore alla Cultura del Comune di Milano, presenta il quadro di Pellizza Da Volpedo, esposto a Palazzo Reale in occasione del centenario della morte dell'artista.
L'imponente tela, che è stata appositamente trasferita dalla Galleria d'Arte Moderna, è divenuta, nel tempo, l'immagine più nota, più riprodotta ed utilizzata nell'iconografia politica e sindacale. Capace di sintetizzare e simboleggiare le lotte dei lavoratori di sempre, "Il Quarto Stato" è ambientato in una piazza all'incrocio di due strade in salita, nella piena luce di un mattino di aprile. La scena è quella di uno sciopero di massa, in cui i lavoratori sono rappresentati a dimensioni naturali, in marcia verso la rivendicazione di un equo salario con cui sfamare le proprie famiglie. Lo stile divisionista che caratterizza tutta la produzione di Pellizza Da Volpedo, rende l'immagine estremamente realistica e la suddivisione degli spazi proietta lo spettatore all'interno del quadro, portandolo ad immedesimarsi nei personaggi e a condividere la loro protesta.
L'artista, forse involontariamente, arriva a realizzare un'opera capitale, al crocevia di molte sequenze storico-artistiche: la nascita del socialismo, le trasformazioni dell'Italia post-unitaria, la pittura sociale, il verismo,il divisionismo, in quel crogiuolo di vicende, cambiamenti, idee e speranze che caratterizzano il passaggio da un secolo all'altro.
"Solo una mostra che esponga esclusivamente Il Quarto Stato - sottolinea Sgarbi - può rendere a questo dipinto il valore che merita oltre donargli la visibilità che fin'ora gli era stata negata".