giovedì 29 novembre 2007

In viaggio con la musica dei Beatles


"Across the universe"
di Julie Taymor
con Jim Sturgess, Evan Rachel Wood, Joe Anderson, Dana Fuchs, Martin Luther, T.V. Carpio, Spencer Liff.
Genere Musical
USA 2007

L'inquieto spirito degli anni '60 raccontato con il senno di poi e l'ingenuità del periodo,attraverso l'arte e la musica dei Beatles.
Un cammino sinusoidale,fatto di onde che viaggiano separate e periodicamente si incontrano influenzandosi vicendevolmente con l'eterno dubbio che gli avvenimenti influenzino l'arte, ma anche che l'arte stessa influenzi gli avvenimenti.
Liverpool, anni '60. Jude decide di lasciare l'Inghilterra per recarsi in America alla ricerca del padre emigrato anni prima verso gli Stati Uniti. Lì conoscerà nuove persone, si innamorerà, e si scontrerà con la realtà della guerra in Vietnam, dei movimenti pacifisti, dei Watts Riots, del mondo della musica. Le note e i testi dei Beatles (in versione rivista e corretta dai protagonisti) a ispirano la sua storia.
Julie Taymor ha diretto diversi musical a Broadway, e anche alcune rappresentazioni operistiche, oltre naturalmente al cinema (Frida, Titus). Avendo sempre avuto a che fare con l'arte e con la musica, la sua interpretazione in chiave musical dei Beatles, come ispiratori con le loro canzoni della storia di un giovane negli anni '60, è visionaria, psichedelica, ironica, con uno sguardo a quel periodo che in parte ha cambiato la storia. "Across the universe" non è un film sui Beatles, bensì raccontato dai Beatles, i cui testi si rinnovano e acquisiscono nuova linfa, con uno sguardo al passato e uno al presente.

mercoledì 28 novembre 2007

Cassavetes versione originale


«È molto importante fare quello che si ha voglia di fare, essere tanto coinvolti dal proprio lavoro da consacrarvisi completamente, qualunque sia il tempo che questo richiede. Bisogna avere una propria scala di valori, bisogna voler fare, a ogni costo, il proprio film. E bisogna avere un’idea molto precisa di cos’è la messinscena di un film, altrimenti non serve a niente, nemmeno a se stessi». Così dichiara John Cassavetes, autore americano del cinema indipendente. Su di lui, dall'1 al 27 dicembre, la Fondazione Cineteca Italiana propone una rassegna in collaborazione con il Torino Film Festival 2007 e con Lab 80 di Bergamo. Un'occasione importante per vedere le opere di Cassavetes nella loro integrità, dal momento che molti dei suoi film sono stati distribuiti dopo essere stati brutalmente mutilati. Straordinaria modernità, ricchezza espressiva e forza di verità queste le qualità dell'autore, da sempre indomito, originale e capace di sottrarsi alle regole del mercato.

lunedì 26 novembre 2007

L'orrore di Guantanamo


Nato ad Amburgo da padre indiano e madre tedesca, Rashid vuole andare in India a incontrare una parte di famiglia che non ha mai conosciuto, ma si ritrova nel posto sbagliato al momento sbagliato. Arrestato dalla polizia pakistana e consegnato agli americani, viene trasferito a Guantanamo dove inizia la sua vita di prigioniero.
Realtà e allucinazione, dolore paura e incubo: tutto si fonde in questo romanzo coraggioso che senza inutile pathos racconta di un’esperienza inumana e assurda.
Sembra che a Guantanamo ci abbia passato degli anni. Non è una ex-detenuta, nè una donna-soldato, è solo una scrittrice, tedesca per giunta. Dorothea Dieckmann racconta la detenzione di Rashid tra incubo e realtà, una sorta di flusso di coscienza in cui la veglia si confonde con sogno, ricordo e speranza. La scrittrice si basa su dati reali descritti nei minimi dettagli: immagini e reportage di giornalisti, militari, ex detenuti della base cubana. I dati, però, sono accessibili a chiunque, ma solo l'immaginazione è in grado di guardare dentro la mente di un uomo, simbolo di molti altri, il cui corpo è stato svuotato, umiliato, ridotto ai minimi termini.

sabato 24 novembre 2007

Il teatro di Dario Fo tra divertimento e riflessione


"Morte accidentale di un anarchico"
di Dario Fo
regia Ferdinando Bruni e Elio De Capitani
con Ferdinando Bruni, Luca Toracca, Giovanni Palladino,Paolo Pierobon, Margherita Di Rauso, Vittorio Attene.
Teatro Leonardo, via Ampère 1, Milano
dal 30 ottobre al 25 novembre 2007

Debuttato al Teatro dell'Elfo il 2 dicembre del 2002 e riproposto a Milano e in tour per le quattro stagioni successive, "Morte accidentale di un anarchico" nella versione di Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani torna di nuovo sul palcoscenico del Leonardo, forte del successo che lo ha accompagnato fin qui. In scena, nella parte protagonista, Ferdinando Bruni insieme a tre degli attori che hanno costruito in questi anni il successo dello spettacolo, Luca Toracca, Paolo Pierobon, Giovanni Palladino. Entrano invece per la prima volta nel cast sia Margherita Di Rauso, volto noto e apprezzato del teatro italiano, che Vittorio Attene, già nella compagnia dell'Elfo come interprete di Trofimov nel Giardino dei ciliegi.
In questa commedia esilarante Dario Fo ha dispiegato la sua ironia più acuta e surreale per reclamare piena verità sulla strage di piazza Fontana e sulla morte di Giuseppe Pinelli. L'anarchico, accusato con Pietro Valpreda di aver messo la bomba nella Banca dell'Agricoltura il 12 dicembre del 1969, alcuni giorni dopo volò da una finestra della Questura di Milano durante un interrogatorio. I tribunali, impegnati per più di trent'anni a indagare un puzzle fatto di depistaggi, agenti infiltrati, servizi deviati ed eversione nera, hanno fatto luce su molti dei misteri che segnarono quei giorni, ma non sono potuti approdare a una verità definitiva e certa. Al teatro spetta dunque il compito, oggi come allora, di seminare dubbi e porre domande.

mercoledì 21 novembre 2007

Leonardo al microscopio


Strumentazioni professionali e procedure non invasive, indagini tecnico-scientifiche. Saranno questi i mezzi attraverso cui due quadri sicuramente riconducibili alla scuola leonardesca verranno analizzati presso il museo di storia delle scienze biomediche dell’università “G. d’Annunzio” di Chieti. Il Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche (Ra.C.I.S.) effettuerà un approfondimento conoscitivo sulle due opere (una delle quali acquistata da un rivenditore ambulante) per chiarire se vi possa essere la presenza della mano di Leonardo, come alcuni hanno ipotizzato in Francia, sia perché è fondamentale estendere le ricerche ai collaboratori della sua bottega. La ricerca segue uno studio cominciato nel 2002 e durato tre anni, che ha permesso di identificare l’unica traccia “biologica” del grande genio (cioè: l’impronta di un intero polpastrello di Leonardo da Vinci), poi pubblicata e brevettata per essere utilizzata anche negli accertamenti su opere dubbie o finora sconosciute, dello stesso Leonardo e dei suoi allievi. Una volta raccolte le impronte digitali presenti sui due quadri, le successive analisi richiederanno complicate e lunghe indagini mirate al raffronto con le circa 200 opere contenute nel database dell’Università “G. d’Annunzio” condiviso con il “Museo Ideale” di Vinci, che non solo racchiude quelle che quasi certamente appartengono a Leonardo da Vinci, ma anche gran parte delle impronte sinora individuate nei suoi codici, disegni e dipinti. Le opere saranno esposte al pubblico di giorno e analizzate di notte.

martedì 20 novembre 2007

Cinema, ritorno a Palermo


Entroterra siciliano. Campagna deserta. Un sentiero polveroso. È l’ora della resa dei conti. Turi Leofonte e Nino Venanzio in viaggio verso sud per affrontare il clan Scalia: "Milano-Palermo: il ritorno".
A undici anni di distanza arriva nelle sale la seconda puntata del film di Claudio Fragasso. Il legame con la ‘sola andata Palermo-Milano’ è stretto ed è la vera forza del film. I protagonisti sono sempre loro: Raoul Bova, nei panni del vicequestore Venanzio, e Giancarlo Giannini, il ragionier Leofonte che ha fatto condannare il boss Scalia. Il nemico è questa volta il figlio di Scalia, Rocco, interpretato da Enrico Lo Verso. Dopo la morte del padre vuole la vendetta e i soldi che Lofonte ha nascosto.
Agguati e sparatorie ostacolano il viaggio di ritorno del ragioniere che ha ormai scontato la sua pena. Il questore Venanzio non può fidarsi di nessuno se non della sua squadra. Al suo fianco l’inseparabile Remo (Ricky Memphis) e i nuovi compagni: Libero, il fratello di Tarcisio-Valerio Mastrandrea, morto nel primo viaggio, e la coppia Giorgio-Elda (Simone Corrente e Gabriella Pession). Ormai onnipresenti nel filone poliziesco, Memphis e Corrente ogni tanto fanno venire in mente "Distretto di polizia", ma con il loro accento romanesco allentano la tensione del racconto.
Non possono mancare i temi classici dei film di mafia: l’amore, tra Venanzio e Chiara Lofonte (sempre impersonata da Romina Mondello), l’amicizia, tra Stefano, il figlio di Chiara, e il suo piccolo carceriere Toni. Centrale è anche il tema della famiglia, negata dalla mafia e nella mafia.
Belle le location scelte per le scene centrali. La prima imboscata viene tesa alle terme di Montecatini, mentre il teatro del duello finale è la profonda campagna siciliana, terra di povertà e desolazione che ai più giovani fa sognare la mafia come via di riscatto sociale.

lunedì 19 novembre 2007

Arte moderna e contemporanea all'asta a Milano


Nuovo appuntamento a Milano, per la Casa d'Aste Pandolfini, che il 28 novembre proporrà, nello spazio di via Chiaravalle 7, un'Asta di Arte Moderna e Contemporanea e di Design. Le opere saranno visibili al pubblico da sabato 24 a martedì 27 novembre, dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19. Sarà pubblicato, per l'occasione, un catalogo di vendita di circa 400 lotti.
Nella sessione del design verranno battuti oltre 160 lotti, tra i quali figurano mobili e ceramiche di Gio Ponti. Del grande designer milanese saranno proposti anche un nucleo di disegni, tra i quali spicca "Sombrero e levriero", matita su lucido. Bellissimi alcuni mobili anni Quaranta e Cinquanta attribuiti all'architetto Giovanni Michelucci e quelli, degli stessi anni, di Ico Parisi. Interessanti i vasi in ceramica di Meneguzzo, la lampada "Momo" di Mario Vento, prodotta da New Lamp negli anni Settanta e la divertentissima poltrona "Yeti" di Mario Scheichenbauer.
Circa 200 lotti, invece, nel catalogo del contemporaneo tra i quali spiccano l'opera "Senza titolo" di Piero Dorazio, china e guache su carta del 1956 e quella di Roberto Crippa "Senza titolo (Spirali)", olio e smalti su tela del 1951. Da notare anche "Foresta" di Max Ernst, un piccolissimo collage e tecnica mista firmato e dedicato e "Gallery transplant", collage del 1969 di Dennis Oppenheim. Si segnala anche una raccolta di fotografie, una trentina in tutto, in particolare due "Paesaggi" in bianco e nero di Mario Giacomelli e "Ritratto di pescatore" di Mario De Biasi, in bianco e nero anche questo, datato 1956.

domenica 18 novembre 2007

Ratatouille: "chiunque può cucinare"


"Ratatouille"
Disney Pixar
Usa 2007
animazione
nelle sale dal 17 ottobre 2007

Olfatto straordinario, gusto per la buona cucina e un talento naturale nell'abbinare odori e sapori. Sono queste le qualità che fanno di Remy un topolino tutto speciale. Dopo una serie di rocambolesche vicissitudini, si trova separato dalla sua colonia e finisce a Parigi, sede del ristorante del suo Chef preferito: il famoso Gusteau. Qui Remy fa conoscenza con il giovane e imbranato Linguini, un timido sguattero che, grazie ai consigli del topo-chef, diventa ben presto famoso e celebrato. I due sembrano invincibili ma resta da superare il giudizio del temibile Anton Ego, il più feroce tra i critici culinari francesi…
Tornano sul grande schermo Disney e Pixar con un film, come tutti speravano dopo aver visto gli accattivanti trailer, davvero divertente. La struttura è quella classica delle opere Disney, con un eroe simpatico di fronte a una sfida all'apparenza insormontabile, compagni buffissimi, antagonisti feroci e una morale edificante. Lo stesso motto di Gusteau - "chiunque può cucinare” - piuttosto che una denigrazione dell'arte culinaria è invece una testimonianza di fiducia nella parità fra le persone, che hanno tutte il diritto di inseguire i propri sogni con tenacia e costanza. Un ritorno all'antico, dunque, dopo diversi film d'animazione che hanno strizzato l'occhio al pubblico adulto, con citazioni cinematografiche, doppi sensi a sfondo sessuale, parodie della realtà mediatica contemporanea: "Ratatouille" è un film che dichiara con orgoglio il suo essere destinato ai bambini, e non ha paura di tornare a gag più fisiche, rovinose goffaggini, espressioni buffe, momenti di malinconia. Il sapore della tradizione è forte, se pensiamo che stiamo guardando un film Disney con protagonista un topolino.
Magistrale la realizzazione tecnica e creativa. La sceneggiatura è fresca e vivace, molto accessibile ma anche divertente e surreale. Ma Ratatouille è anche un film in cui si respira "arte", nel senso pittorico del termine: la regia sostiene senza alcun problema le molte scene d'azione così come le sequenze più riflessive. I movimenti di macchina (virtuale, ovviamente) sono tra i migliori mai visti in un cartoon. Tanto di cappello, dunque. Anzi, chapeau.

sabato 17 novembre 2007

Cinque cubani in carcere senza prove


"Il terrorismo degli Stati Uniti contro Cuba. Il caso dei Cinque: una storia inquietante censurata dai media"
di Salim Lamrani
Sperling & Kupfer
€ 9.80

A Cuba non esistono cartelloni pubblicitari. Girando per le vie dell’Avana, Santiago di Cuba e Holguìn non ci sono immagini di modelle prosperose o di telefonini d’ultima generazione. Ci si imbatte continuamente in messaggi e insegne politiche che inneggiano ed esaltano la “revolución” e l’opera di Fidel Castro. Tra i vari “Hasta la victoria siempre”, “Cuba o muerte” e le foto del Che, tuttavia, spiccano cinque volti sconosciuti accompagnati dalla scritta sempre uguale “Volverán!”. Chi sono questi uomini? Torneranno da dove?
Nel settembre del 1998 cinque cittadini cubani vengono arrestati a Miami, in Florida, con una lunga serie di accuse di violazione delle leggi federali degli Stati Uniti. I cinque erano arrivati qualche anno prima con la missione di cercare di smascherare le attività terroristiche dei mercenari armati dalle comunità di esiliati cubani anticastristi che da decenni organizzano attentati contro l'isola. Gli agenti dell'Avana vengono condannati in primo grado a pene durissime in seguito all'accusa di cospirazione e spionaggio e mentre si attende un nuovo giudizio, i cinque restano in carcere. Il libro “Il terrorismo degli Stati Uniti contro Cuba – Il caso dei Cinque: una storia inquietante censurata dai media” di Salim Lamrani, vuole essere una risposta contro il silenzio dei media internazionali nei confronti di questa vicenda. Tramite i saggi di studiosi, uomini di cultura, giornalisti e veterani delle battaglie per i diritti civili, si è cercato di ricostruire una versione attendibile dei fatti nel tentativo di renderli noti all’opinione pubblica. Oltre alla testimonianza di Gabriel Garcìa Màrquez, la raccolta edita dalla dalla Sperling & Kupfer contiene i scritti di docenti come Noam Chomsky, Howard Zinn, Michael Parenti, Piero Gleijeses, diplomatici come William Blum, Wayne Smith, Saul Landau, dell'avvocato Leonard Weinglass oltre al direttore di “Le Monde Diplomatique” Ignacio Ramonet, di Ricardo Alarcòn, presidente del Parlamento cubano, di Gianni Minà e Nodine Gordimer, premio Nobel per la Letteratura nel 1991.

venerdì 16 novembre 2007

A teatro Pippi Calzelunghe, Emil e Karlsson sul tetto


"I sogni di Astrid"
di Sabrina Modenini
Spazio Oberdan, viale Vittorio Veneto 2, Milano
domenica 18 novembre, ore 15

In occasione del centenario della sua nascita, Milano dedica lo spettacolo "I sogni di Astrid" ad Astrid Lindgren, scrittrice svedese autrice di libri per ragazzi pubblicati in tutto il mondo.
La Fondazione Cineteca Italiana in collaborazione con Planeta Junior presenterà domenica 18 novembre alle ore 15 allo Spazio Oberdan, uno spettacolo multimediale a più linguaggi (teatro d’autore, lettura animata, video proiezione) durante il quale i sogni di due adulti si materializzano in uno schermo che riflette i loro desideri. La loro storia reale si intreccia continuamente con quella fantastica delle avventure di . E saranno proprio questi personaggi virtuali che alla fine aiuteranno gli adulti a trovare il coraggio di svelare i propri segreti e di capire meglio loro stessi.
Sabrina Modenini spiega come è nata l’idea di questo spettacolo: «Pippi Calzelunghe, Karlsson sul tetto, Emil sono racconti stampati nella nostra memoria, di bambini ormai cresciuti, anche attraverso le immagini di vecchi telefilm. La nostra performance è un percorso sulla memoria visiva: una memoria che in realtà appartiene anche ai più piccoli, dato che gli episodi di Pippi Calzelunghe hanno ripreso una programmazione sulle reti televisive».
Astrid Lindgren ha creato gli indimenticabili personaggi quali Emil, Romja e Pippi Calzelunghe, la bambina autonoma e indipendente, ribelle e anticonformista, la cui apparizione nel 1945 e successivamente in Italia negli anni Sessanta, ha senz’altro costituito una “rivoluzione” nella letteratura per ragazzi. Le versioni televisive svedesi, approdate in Italia negli anni Settanta, i film e le animazioni hanno contribuito all’ampliamento del successo dei personaggi e delle storie di Astrid Lindgren.

giovedì 15 novembre 2007

Tony Cragg: uno scultore tra forma e pensiero


"Matherial Thoughts"
di Tony Cragg
Findazione Stelline, Corso Magenta 61, Milano
dal 27 settembre al 25 novembre 2007

Ancora due settimane per visitare l'esposizione "Material Thoughts" di Tony Cragg, un percorso sognante tra gli interni e i chiostri del Palazzo delle Stelline di Milano dove l'autore ha voluto raccogliere un'ampia ricognizione della sua produzione scultorea degli ultimi vent'anni. Cragg prende le forme dei contenitori più comuni (vasi, bottiglie, fiaschi, mortai) e le trasforma, allunga, dilata, le fa muovere nello spazio ottenendo nuove figure. Queste sculture appartengono al ciclo "Early Forms" e sono per lo più sviluppate in orizzontale visualizzando questo progressivo trasformarsi dalla forma iniziale in altro da sé. Dalla metà degli anni '90 Cragg lavora a una nuova serie di sculture, "Rational Beings", nelle quali trae spunto dai contorni di un gesto o di un profilo umano e indaga il modo in cui una forma organica possa trasformarsi in forma geometrica. Le ultime opere, invece, sono caratterizzate da una nuova ricerca formale che riunisce suggestioni di forme primordiali e pensieri in divenire ispirati alla modernità, in una continua sperimentazione di materiali tradizionali, come bronzo e rame, e innovativi (kevlar, fibra di carbonio, acciaio).
"Che ne è di tutte le forme e le cose che potrebbero esistere, ma non esistono perchè non hanno una funzione pratica? Ecco l'obiettivo dello scultore: guardare tra il materiale che esiste per uno scopo e attraverso di esso ricercare forme innaturali, chiedendosi come potrebbero essere, quale significato, scopo e qualità poetiche potrebbero avere". Così Cragg definisce il proprio mestiere di scultore, da sempre basato sul rapporto tra quello che c'è e la continua ricerca di qualcosa di nuovo e particolare.

mercoledì 14 novembre 2007

A Genova arte e storia in memoria di Garibaldi


"Garibaldi. Il mito"
Genova: Palazzo Ducale, Galleria d'Arte Moderna di Genova Nervi, la Wolfsoniana, Museo del Risorgimento, Museo dell'Accademia Ligustica di Belle Arti
dal 17 novembre 2007 al 2 marzo 2008

Nel bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi, Genova celebra il famoso eroe con una serie di iniziative espositive e non solo. il mito e la suggestione dell'epopea garibaldina sono celebrati e ricostruiti attraverso cinque mostre.
Palazzo Ducale, la Galleria d'Arte Moderna di Genova Nervi, la Wolfsoniana, il Museo del Risorgimento e il Museo dell'Accademia Ligustica di Belle Arti presentano per quest'unica occasione uno spettacolare complesso di opere, dalla grande pittura storica dell'Ottocento a quella michelangiolesca in chiave simbolista, dalla scultura all'iconografia di propaganda. Temi ed immagini che attraversano le culture politiche tra '800 e '900, utilizzati in forma di amplificatori mediatici, perché il mito di Garibaldi c'era ed era profondamente radicato nelle gente comune.
Nella suggestiva sede di Palazzo Ducale oltre ad una delle mostre ospitata nelle storiche sale dell'Appartamento del Doge, si può visitare anche la Torre Grimaldina che, utilizzata come carcere politico dal '500 sino ai primi decenni del '900, conserva memorie tangibili di un lungo passato. Dai suoi piani più alti si può ammirare il centro storico.
Lo splendido scenario dei Parchi di Nervi affacciati sulla scogliera e valorizzati dalla passeggiata Anita Garibaldi ospita i Musei di Nervi.
La Galleria d'Arte Moderna di Villa Saluzzo Serra (GAM) e le Raccolte Frugone di Villa Grimaldi Fassio sono soste culturali all'interno di un vero e proprio giardino botanico, ricco di piante mediterranea ed esotiche e con uno spettacolare roseto da cui si coglie la magica presenza del mare. La passeggiata percorre la scogliera di Nervi in un susseguirsi di scorci a picco sul mare con l'incantevole panorama del Promotorio di Camogli e Portofino da un lato e della Riviera delle Palme e del Capo Mortola dall'altro.
I Palazzi dei Rolli, alcuni dei quali oggi sono visitabili, erano residenze costruite dalle famiglie aristocratiche più ricche e più potenti della Repubblica di Genova, allora all'apice del suo potere finanziario e marittimo. Il sito include un insieme di palazzi rinascimentali e barocchi lungo le cosiddette Strade Nuove. I grandi palazzi residenziali, eretti sulla Strada Nuova (oggi Via Garibaldi) nel tardo Cinquecento, formavano il quartiere della nobiltà che dal 1528 aveva assunto il governo della Repubblica.
In questo contesto il visitatore può articolarsi in un percorso non solo espositivo, ma anche cittadino, che rivela le eccezionali bellezze di una città medievale, barocca e risorgimentale che si trova riunita nell'occasione per celebrare il mito di un grande eroe a Genova legato.

martedì 13 novembre 2007

Premiati i vincitori del Best Art Practices



Si conclude la prima edizione di Best Art Practices, il premio per giovani curatori di mostre indetto dall'ufficio Cultura italiana della Provincia di Bolzano - Alto Adige. Sono stati premiati i migliori progetti di arte contemporanea realizzati negli ultimi cinque anni da curatori con meno di quarant'anni in spazi non convenzionali.Il premio ha avuto un ottimo riscontro internazionale con 132 candidature pervenute dai cinque continenti. Molti curatori attraverso differenti forme di coinvolgimento pubblico, condividono l'interesse per attività in campo sociale e politico. Secondo i giudici, tuttavia, in diverse candidature è emersa problematicamente la mancanza di un solido impianto teorico che ha spinto molti curatori ad avvicinare in questi ultimi cinque anni le proprie ricerche alle richieste dell'industria culturale. La giuria, ha assegnato il primo premio al progetto dal titolo "Frontera - Laboratorio Curatorial 060", per la complessità dei temi toccati e la sua articolazione innovativa. E' piaciuto il tema e nello specifico l'indagine sulla questione frontaliera in una zona di scarsa attenzione mediatica e l'insolita capacità di sviluppare sentimenti di libertà, fantasia e poesia. Sono stati particolarmente apprezzati la rilevanza sociale, la capacità di coinvolgere la tradizione e la popolazione locale nel processo di creazione e fruizione dei lavori presentati e il carattere innovativo rivolto a superare le pratiche di arte pubblica proprie degli anni Novanta.

mercoledì 7 novembre 2007

Jason Bourne è tornato. E ora vuole la verità



"The Bourne Ultimatum - Il ritorno dello sciacallo"
di Paul Greengrass
con Matt Damon, Julia Stiles, David Strathairn, Scott Glenn, Paddy Considine, Edgar Ramirez, Albert Finney, Joan Allen, Daniel Brühl
Azione
USA 2007
nelle sale dal 2 novembre 2007

Senza identità, addestrato per uccidere, sfuggito al controllo di chi lo ha pilotato e per questo da eliminare. Jason Bourne, l’uomo senza memoria che pian piano ha ricostruito i tasselli del suo passato, torna, e questa volta per chiudere i conti. Matt Damon, sempre protagonista, torna con il terzo capitolo della trilogia, "The Bourne Ultimatum - Il ritorno dello sciacallo", dopo il successo di "The Bourne Identity" (2002) e "The Bourne Supremacy" (2004).
Greengrass si è liberato da tutte le remore che in qualche misura frenavano i due film precedenti. Questa volta si tratta di adrenalina pura travasata in un lungometraggio ipercinetico. Dato per scontato che lo spettatore sappia ciò che è avvenuto in precedenza, l'azione può avere inizio giocando con gli spazi e la macchina da presa utilizzata a un livello altamente virtuosistico. Jason è umanizzato quel tanto che basta per renderci partecipi della sua ricerca ma poi tutti diveniamo consapevoli della sua assoluta imbattibilità. Come in un videogame di qualità, i livelli si susseguono accumulando difficoltà e ostacoli sempre più complessi. È come se il regista, oltre che con il pubblico, giocasse con sé stesso rendendo, a ogni nuova scena d'azione, tutto più difficile. Questo tipo di cinema svolge egregiamente una duplice funzione: quella di intrattenere con grande professionalità e quella di sperimentare tecnologie all'avanguardia.

lunedì 5 novembre 2007

Cate Blanchett colossale Elizabeth


"Elizabeth - The golden age"
di Shekhar Kapur
Con Cate Blanchett, Geoffrey Rush, Clive Owen, Rhys Ifans, Jordi Mollà, Abbie Cornish, Samantha Morton.
Drammatico
Gran Bretagna, Francia 2007

Filippo II, re di Spagna e fervente cattolico, è fermamente deciso a detronizzare l'"eretica" Elisabetta I e a incoronare regina d'Inghilterra la cugina Maria Stuarda. Scaglia così contro Elisabetta, che da trent'anni regna con forza e saggezza, l'Invincibile Armada, subendo una clamorosa e umiliante sconfitta. Mentre il fondamentalismo cattolico di Filippo e dell'Inquisizione minaccia l'Europa protestante, la presenza a corte di Raleigh, un cittadino senza titolo nobiliare con la vocazione per l'esplorazione e per la navigazione su mari perigliosi, indebolisce le salde certezze della regina. Dimenticando il suo ruolo, Elisabetta si scopre vulnerabile e innamorata. La singolarità del film va ricercata nel linguaggio cinematografico: la costruzione dello spazio e il ruolo del montaggio. Dentro una ricostruzione storica volutamente accademica, secondo i modelli del classico kolossal storico, il regista riesce a fare interagire i volti e i corpi dei tre protagonisti con le masse civili e con quelle armate. La spettacolarità volumetrica dell'ambiente cortigiano e quella epica della battaglia navale sono intercalate da scene liriche e private, che comunicano con efficacia una forte presa emotiva. Nella ricchezza della narrazione, che non risparmia gli eccessi e si concede di sollecitare sentimenti, la composizione sonora imprime il ritmo alla rappresentazione contribuendo non poco alla mitizzazione della "regina vergine".

Montesano, uno show “politically scorrect”


"...è permesso"
di Enrico Montesano
Teatro Manzoni, Milano
dal 6 al 9 novembre 2007

Dopo il successo dello scorso anno a Roma, approda a Milano il nuovo spettacolo di Enrico Montesano dal titolo "…è permesso?". Il monologo, scritto dallo stesso Montesano in collaborazione con Enrico Vaime, Adriano Vianello, Max Greggio e David Lubrano, sarà in scena dal 6 al 9 novembre presso il Teatro Manzoni.
"…è permesso?" vuole essere un’ideale prosecuzione di "Trash", successo teatrale e televisivo del 1994, in cui in un’ideale discarica sociale si parlava di quanto si dovesse salvare e di quanto – molto - meritasse invece di essere gettato via. L’attore romano si è voluto misurare con lo scivoloso terreno della satira politica in uno show di 130 minuti in cui intervengono quattro cantanti-attori e quattro ballerine soliste, mentre le musiche sono suonate da sei musicisti rigorosamente dal vivo.
La prima frase che pronuncia Montesano salendo sul palco è proprio "…è permesso?". Una domanda che dice già tutto, o quasi, che esprime un dubbio sull’effettiva libertà di fare o dire ciò che si vuole, che chiede il permesso di andare oltre il politicamente corretto. «Diciamoci la verità – afferma l’attore – è noioso il politicamente corretto». È proprio per combattere questa insopportabile noia che Montesano cerca una via di fuga dalla gabbia del “politically correct” con irriverenza, allontanandosi il più possibile da perbenismo e ipocrisia.
«Al buonismo noi preferiamo il “cattivismo”. – continua Enrico Montesano – Quest’opera vuole recuperare un po’ di sana cattiveria insieme alla collaborazione del pubblico chiamato a offrire, finalmente, un po’ di puro, sacrosanto, onesto peggio di sé».