mercoledì 23 luglio 2008

Sud Sound System, reggae salentino

Una fettina di Salento si è trasferita all’Idropark di Segrate ieri sera per il concerto dei Sud Sound System. Don Rico, Terron Fabio, GGD, Papa Gianni, Nandu Popu, attualmente impegnati nel loro tour italiano, sono stati accompagnati sul palco dalla Bag a Riddim Band. Il grande carisma del gruppo, l’uso del dialetto salentino nel reggae, la freschezza delle loro trovate musicali e l’impegno senza retorica dei testi hanno in breve tempo conquistato la scena musicale attuale. I Sud Sound System hanno presentato il loro nuovo album «Dammene Ancora» da cui è estratto il nuovo singolo «Piano» che da qualche giorno è possibile ascoltare in radio. La band è sempre più parte della comunità internazionale del reggae, vive la propria musica con un respiro ampio, che va oltre le restrizioni e le chiusure di ogni tipo di barriera, geografica, linguistica o di genere che sia. Ne sono una riprova le numerose collaborazioni che scaldano che danno vita a una sound d’eccezione, con nomi come Jah Mason, Kiprich, Esco, Morgan Heritage, Neffa, Laza, Bling Dawg, Daddy Freddy.

lunedì 21 luglio 2008

Iniezione di humor balcanico per prendere la vita col sorriso

Forse il suo nome non ci dice nulla o ci suona solo lontanamente familiare, ma le sue colonne sonore le conosciamo bene e la celebre «Kalashnikov» almeno una volta l’abbiamo sentita tutti. Goran Bregovic porta stasera la sua musica e l’atmosfera tipicamente zigana alla Villa Reale di Monza. Il musicista serbo, accompagnato dalla sua piccola Wedding & Funeral Band, presenterà oltre ai brani indimenticabili tratti dal suo repertorio di musiche per film, alcuni pezzi del suo ultimo album «Karmen». Dal 1977 Goran Bregovic compone alcune delle colonne sonore più famose dei nostri tempi tra cui «Arizona Dream» del 1993 e «Train de Vie» del 1998. Con la radici nei Balcani, di cui è originario, e la mente nel XXI secolo, le composizioni di Bregovic mescolano le sonorità di una fanfara zigana, le polifonie bulgare, una chitarra elettrica e percussioni tradizionali con delle accentuazioni rock, dando vita a una musica che ci sembra istintivamente di riconoscere e alla quale il nostro corpo difficilmente sa resistere. Una fusione tra la musica popolare balcanica, il tango e le bande di ottoni. Sonorità fragorose, selvagge, un po’ alticce, alternate ad altre solenni, toccanti, come il tema del «Tempo dei gitani», «Ederlezi», che da’ anche il titolo al cd-antologia delle colonne sonore di Bregovic. Una formula che fonde Bartok e il jazz, tanghi e ritmi folk, suggestioni turche e vocalita’ bulgara, polifonie sacre ortodosse e moderni battiti pop. «Tales And Songs From Weddings And Funerals» del 2002, il penultimo album, riporta Bregovic alle sue caratteristiche sonorità. Con questo album, come scrive il critico Riccardo Bertoncelli, «salta in alto nei cieli della fantasia e del gioco, ma sa sporcarsi anche le mani con le pene della vita; che diverte e commuove, che sogna e si strugge in un mutevole paesaggio sonoro di fanfare gitane e trattamenti elettronici, di fiati dolenti e bicchieri usati come percussioni, e una sveglia come metronomo». Canzoni e racconti strettamente legati tra humour e malinconia. A dare colore e anima ai concerti di Berogovic è sempre la straripante «orchestra dei matrimoni e dei funerali». Ma nonostante il successo legato alla sua timbro particolare, il cantante lascia spazio alla sperimentazione con l’ultima creazione «Karmen»: «Ora non mi interessa la carriera, ma solo la musica. Mi diverto a provare di tutto, dalle canzoni per bambini alle sinfonie più complesse». Un punto, per il musicista bosniaco, resta fermo: «È sempre meglio una banda gitana, magari stonata, di una “Madame Butterfly“ imbalsamata dalla routine». Non si stancherà mai di esplorare le frontiere della musica Goran Bregovic. Ma nel cuore gli resterà sempre lo spirito libero e selvaggio della frontiera balcanica.

giovedì 10 luglio 2008

I Buena Vista all'Idroscalo

Una volta il Buena Vista Social Club era solo un locale dell’Avana il cui ingresso era riservato unicamente ai neri. Concentrava i suoi sforzi nell’organizzazione di sale da ballo dove orchestre di varia estrazione accompagnavano le danze tipiche della tradizione cubana e la strada su cui affacciava il club si riempiva di appassionati, spesso bianchi. A più di settant’anni dalla chiusura, la sua memoria rivive nel nome del gruppo cubano, forse, più famoso al mondo: i Buena Vista Social Club che suoneranno stasera in un concerto gratuito all’Idropark di Segrate. Il gruppo si presenta con i suoi componenti storici (Cachaíto López, Manuel Galbán e Aguaje Ramos) e le canzoni più belle e caratteristiche che li ha resi famosi: da «Chan chan» a «Hasta siempre comandante» a «Dos gardenias para ti». Siamo negli anni settanta quando il percussionista Juan de Marcos Gonzàlez ha la felice intuizione di mettere insieme un’orchestra capace di riscattare il genere delle big band di jazz afrolatine, riunendo le figure chiave del panorama cubano e della sua musica tradizionale. Alla formazione originale del gruppo, che si chiamava «Afro Cuban All Stars», si affiancano musicisti celebri del calibro di Compay Segundo, Ibrahìm Ferrer, Guajiro Mirabal e Manuel Licea. Ma è solo nel 1996 che comincia la produzione di dischi, tra cui il grande «Buena Vista Social Club» che vince il Grammy nel 1998 e riscuote un incredibile successo in tutto il mondo. Dopo la vittoria dell’award, il regista Wim Wenders scopre i Buena Vista Social Club e realizza un famosissimo documentario dall’omonimo titolo che racconta Cuba, la band e la sua musica che la rende definitavamente il riferimento delle sonorità cubane. Le canzoni dei Buena Vista sono ballate tradizionali che sono una scusa per raccontare la realtà di Cuba, le storie intestine all’isola, i suoi problemi e i suoi protagonisti. I ritmi sono lenti e rilassati, più vicini al jazz che ai tipici balli latini con cori, controcanti e chitarre sempre in prima linea. Le voci sono calde e profonde, provengono dal cuore per raccontare esperienze e vite sperdute. Il concerto di stasera sarà un’occasione da non perdere, quindi, per chi ha voglia di essere proiettato per una notte sull’isola dalla storia più affascinante e tormentata di tutto il latinoamenrica, in un’irresirtibile ondata di colori e sensazioni.