venerdì 25 gennaio 2008

Dolce come caramello caldo


"Caramel"
di Nadine Labaki
con Nadine Labaki, Yasmine Al Masri, Joanna Moukarzel, Gisèle Aouad, Adel Karam, Siham Haddad.
Commedia sentimentale
Francia, Libano 2007

Beirut. Cinque donne, cinque amiche lavorano fianco a fianco al salone di bellezza "Si belle". In quel microcosmo colorato e pieno di sensualità, donne di diverse generazioni, parlano di loro stesse, si scambiano confidenze, raccontano la propria storia. C'è Layale, che è innamorata di Rabih, un uomo sposato; Nisrine, una giovane musulmana che sta per sposarsi ed è angosciata dal terribile problema di aver già perduto la verginità; Rima che non riesce ad accettare di essere attratta dalla donne e scandisce la sua vita al ritmo delle visite di una cliente dai lunghi capelli; Jamala ossessionata dal suo fisico che lentamente vede invecchiare e infine Rosa, che ha sacrificato la sua felicità per occuparsi della sorella maggiore. Al salone, tra colpi di spazzola e cerette al caramello, si parla di sesso e di maternità, con la libertà e l'intimità propria delle donne.
Nadine Labaki, insieme protagonista e regista del film, ci propone un affresco sul mondo femminile, che punta dritto al cuore delle spettatrici, ma non solo. Un acquerello a tinte delicate, mai volgari, che tratta temi di scottante attualità: la guerra, la convivenza tra cristiani e musulmani, il mischiarsi di abitudini ed etnie differenti. Stupiti, contempliamo come i problemi delle donne siano sempre gli stessi, anche se il progresso sembra essersi fermato agli anni '80. Le cinque amiche fanno scudo, insieme, per affrontare le difficili realtà da cui sono circondate ed assalite.
Con colori e fotografia degni dei pittori fiamminghi, Labaki poggia lo sguardo sulle dolci malinconie quotidiane, senza cadere nello scontato o nello stucchevole, e riuscendo a raccontare ben sei storie in una sola, senza che nessuna prenda il sopravvento. Narra attraverso gli occhi, i suoni, gli odori, in modo così pregnante da convincerci di poter toccare e assaporare, come se fossimo realmente immersi nell'atmosfera della ben bilanciata sceneggiatura.
Una parola a parte va spesa per la colonna sonora, dosata con saggezza, sempre presente e non stancante, opera di Khaled Mouzanar.

mercoledì 16 gennaio 2008

Storia di un'ape amica degli uomini


"Bee Movie"
di Steve Hickner e Simon J. Smith
Genere: Animazione
USA 2007
Universal Pictures

Barry Benson è una giovane ape che sogna di avventurarsi al di fuori dell'alveare per venire a contatto con il mondo degli umani. L'incontro con Vanessa, una fioriaia di Manhattan, gli farà infrangere una delle regole di base del mondo in giallo e nero: non parlare mai con gli uomini.
La magia dell'animation computerizzata permette allo spettatore di conoscere ed esplorare le vite nascoste di queste piccole creature alate. Tutto quello che vediamo è in proporzione alle loro piccole dimensioni e ai loro frenetici movimenti.
Stilisticamente impeccabile, "Bee movie" ha il grande merito di aumentare la sensibilità di ciascuno di noi nei confronti delle tematiche ambientali. Tutte le persone che hanno lavorato alla produzione del film sono partite dalla viva volontà di “pensare come le api” connotando in positivo situazioni e luoghi comuni che le dipingono come fastidiose e aggressive. Nello stesso tempo, il marchio animato del film aiuta a rendere verosimili situazioni che nella vita reale sarebbero impossibili. Il fatto che l'ape Barry parli con l'umana Vanessa sembra tutto fuorché bizzarro. La storia è narrata parallelamente su due assi: l'alveare, una vera e propria città fatta di case, macchine e fabbriche, e New York, dove i "fuchi fichi" si recano per raccogliere il nettare e impollinare i fiori. Per ricreare questi due spazi è stato chiamato lo stesso scenografo di "Minority Report" e "La sposa cadavere" che, paradossalmente, si è servito di strumenti derivati dal mondo del cinema di non animazione.

lunedì 7 gennaio 2008

Una favola adulta


"La bussola d'oro"
di Chris Weitz
con Nicole Kidman, Dakota Blue Richards, Sam Elliott, Eva Green, Tom Courtenay, Simon McBurney, Jim Carter, Daniel Craig, Ben Walker, Adam Godley, Nonso Anozie, Charlie Rowe, Clare Higgins
Genere Fantasy
Produzione USA, Gran Bretagna 2007

Lyra è una ragazzina orfana che vive con il suo daimon e che viene concupita dalla bella affascinante Mrs. Coulter. Quando alcuni dei suoi amici vengono rapiti dagli ingoiatori Lyra cercherà insieme ai Gyziani di recarsi nella terra degli orsi polari per salvare chi realmente conta per lei.
Il romanzo di Philip Pullman (il primo di una trilogia), è una favola adulta, psicologica, molto differente dagli Harry Potter della Rowling, e per questo motivo più complessa anche da trasferire sullo schermo. L'inizio del film è potteriano, non si parla di maghetti, ma di un istituto dove vengono educati ragazzi che sembrano avere qualcosa di speciale. Poi viene introdotto il concetto di daimon, una rappresentazione dell'anima umana in forma di animale che nei bambini non è stabilizzata e cambia continuamente forma. Nel libro, il daimon, ha una sua reale complessità, ma nel film, purtroppo, è spiegato superficialmente in pochi minuti. Il daimon è la chiave di tutta la storia, e forse come tale, avrebbe necessitato un approfondimento maggiore.
Passando alla messa in scena del film, dopo il prologo utile a introdurre situazioni e personaggi, il regista si impegna principalmente nell'impiego degli effetti speciali, tralasciando in parte l'approfondimento dei personaggi, che comunque colorano la storia e le danno vita. Più della protagonista Lyra, rimangono negli occhi l'orso polare Lorek Byrnison (che ricorda tanto Falkor, il cane volante della La storia infinita), la bella e malefica Mrs. Coulter interpretata da una Nicole Kidman dagli occhi glaciali e dalla pelle botulinica, e da Lee Scoresby, una sorta di Capitano Achab dalle sembianze di Buffalo Bill. Infatti la forza e la debolezza de "La bussola d'oro" è la commistione di elementi derivati da mille altre storie fantastiche, e il bello è forse anche scoprirle.
Il film, anche se freddo a tratti, riesce a coinvolgere per i dettagli e per i mille personaggi messi in scena, che dimostrano che se non sempre è facile inventare qualcosa di nuovo, è la nostra fantasia a farlo.