sabato 22 settembre 2007

La storia attraverso gli occhi di Oriana Fallaci


“Oriana Fallaci. Intervista con la storia”
15 settembre - 18 novembre 2007
Palazzo Litta, Corso Magenta 24, Milano
Ingresso gratuito

Fotografie, manoscritti, oggetti personali, ritagli di giornale, le sue macchine da scrivere. A un anno dalla sua morte, il ministero dei Beni culturali in collaborazione con Rcs Mediagroup ha allestito presso le sale di Palazzo Litta a Milano, una mostra dedicata a Oriana Fallaci. “Intervista con la storia” è il titolo dell’esposizione che, tramite la vicenda umana e professionale della giornalista, ripercorre le tappe degli ultimi cinquant’anni della nostra storia. Dalla Resistenza partigiana nella quale il padre Edoardo la coinvolse all’età di 14 anni, allo sbarco sulla Luna, dalla guerra del Vietnam alla prima guerra del Golfo, fino all’attacco delle Torri Gemelle. Lo sguardo della Fallaci è stimolante, provocatorio, mai scontato, puntuale nel trasformare la cronaca in romanzo dopo averla raccontata sulle pagine dei giornali più prestigiosi del mondo, primo fra tutti “L’Europeo”, il settimanale che l’ha resa famosa e con cui ha collaborato fino alla fine. Il percorso espositivo restituisce tutta la ricchezza e la complessità dell’opera della Fallaci: l’iniziativa vuole, infatti rivolgersi a un pubblico il più vasto possibile, attirando anche i più giovani e coloro che hanno un’immagine della giornalista limitata agli scritti post-11 settembre. 13 sale divise in sezioni tematiche raccontano episodi e aspetti della vita di Oriana Fallaci. Un modo per ricordare il personaggio, ma soprattutto per rivivere la storia attraverso gli occhi di una scrittrice e giornalista che con la sua passione e la sua serietà ha saputo affrontare e descrivere il mondo fin nei suoi aspetti più crudeli.

venerdì 21 settembre 2007

Al cinema il cartone più irriverente della tv


"I Simpson - il film"
di Matt Groening
Usa 2007
Nelle sale dal 14 settembre 2007

Stavolta Homer l'ha fatta grossa. Non solo ha portato un maiale in casa, ma ne ha persino scaricato i bisogni nel lago di Springfield, che ha così nuovamente superato i limiti sostenibili di inquinamento: il governo americano non può che intervenire e inglobare la cittadina sotto una cupola di vetro indistruttibile per evitare contaminazioni. La famiglia Simpson, messa alla gogna dal resto della popolazione, sarà costretta a fuggire: spetterà a Homer, dopo mille vicissitudini, riportare le cose alla normalità.
Matt Groening, “papà” dei Simpson, è riuscito a infondere nuova linfa a una serie che, dopo vent'anni di trionfi, forse comincia a perdere un po' di smalto. I Simpson - Il film è divertente, simpatico e pieno di gag fulminanti ("Spiderpork" ad esempio). Protagonista assoluto della pellicola è ovviamente lui: Homer Simspon. Ancora più stupido, e per questo ancora più irresistibile, riesce a far ridere in ogni scena in cui interviene. Non si può fare a meno di notare, tuttavia, che il cinismo, la capacità di mettere alla berlina vizi, paure, dogmi e false certezze del mondo occidentale risulti spuntata rispetto alla stragrande maggioranza delle puntate viste in televisione.
Apprezzabile è, invece, il non aver voluto snaturare lo stile grafico dell'originale: le poche sequenze in tre dimensioni sono piacevoli e ben inserite nel contesto. Una stella in più va data "alla carriera", perché riuscire a far ridere e riflettere per vent'anni (e diciotto stagioni) è quasi impossibile nel frenetico mondo dell'intrattenimento, ma I Simpson, e quattrocento puntate lo dimostrano con cristallina chiarezza, ce l'hanno fatta.

Striscia la notizia ai blocchi di partenza


Vent'anni di servizi al cittadino, scoop, sberleffi, satira, conduttori, veline, tapiri. Vent'anni di Ricci. Quello che molti chiamano "il genio della televisione", a parte il capello bianco che tradisce il tempo vissuto, non dà certo segni di stanchezza. Antonio Ricci è pronto. Pronto come Ezio Greggio, un altro che sembra non stancarsi mai, tanto che a pochi giorni dall'inizio della nuova stagione si fa trovare in collegamento sul set di un film di Pupi Avati, anzichè sedere in studio a chiacchierare con i gionalisti delle novità di Striscia la notizia. Pronto anche l'altro: una delle 'spalle' più progoniste della tv: Enzo Iacchetti. Ricomincia da qui "Striscia", da dove aveva cominciato vent'anni fa e continuato, imperterrita, fino all'ultima stagione. Non per nulla quest'anno sarà la "Voce della persistenza".
Lunedì 24, all'ora che ogni italiano conosce, verrà ripescata l'inossidabile inerzia di certi soggetti già bacchettati: Policlinico Umberto I, Roma, una situazione tristemente immutata, sarà il primo servizio della ventesima edizione.
Confermate le veline Thais Wiggers e Melissa Satta. Per loro forse l'ultimo anno perchè la prossima estate "Cultura Moderna" lascerà il passo a "Veline", il casting-spettacolo che raccoglie i sogni di non si sa quante italiane.
"Stricia la notizia" continua. Continuerà ad essere sulla strada, tra la gente, continuerà, dice il regista Antonio Ricci "a dimostrare che i tg nazionali non sono altro che varietà", e continuerà "a dare fastidio, per quello che dice e per lo spazio che occupa". Secondo giro di boa: in tv nessuna celebrazione, ma alla Triennale di Milano ci si sta preparando per festeggiare quello che molti sondaggi hanno più volte eletto come "il telegiornale più credibile per gli italiani".

giovedì 20 settembre 2007

"La bella utopia" di Moni Ovadia


Canzoni, musiche, memorie, tracce poetiche, confessioni, icone, immagini che schizzano la memoria di quello stato perduto che era l’Unione Sovietica, una nazione popolata da donne e uomini che in quel tempo e in quello spazio vissero, morirono, amarono, soffrirono, gioirono e sperarono e che da quello stato vennero ingannati, traditi nelle loro convinzioni più profonde.
"La bella utopia" è il titolo del nuovo show di Moni Ovadia in programmazione dal 26 settembre al 7 ottobre presso il Piccolo Teatro di Milano. Insieme all'attore salirà sul palco la Stage Orchestra che da sempre lo accompagna nei suoi spettacoli.
Moni Ovadia scava nelle sue origini ripercorrendo con la solita, dissacrante ironia ebraica le tappe del comunismo. L'intero arco evolutivo di una meravigliosa idea, di un sogno bellissimo, della speranza di milioni di persone che lo alimentarono, dalla sua nascita, dalla sua esplosione sulla scena della storia, fino alla sua terribile degenerazione, alla sua trasformazione in incubo, all'irrompere violento della realtà che giunge a offuscare l'orizzonte dell'idealismo.
"La bella utopia" è uno spettacolo che trabocca di storia, la storia di un popolo e della sua meravigliosa illusione, di coloro che la sognarono e di coloro che ne rimasero vittime senza, però, essere mai veramente realistico, sempre trasfigurato cromaticamente e musicalmente in una trama infinitamente varia di voci, note, gesti e colori.

sabato 15 settembre 2007

"28 settimane dopo": gli zombie sono tornati


"28 settimane dopo"
di Juan Carlos Fresnadillo
con Robert Carlyle, Catherine McCormack, Harold Perrineau, Mackintosh Muggleton, Imogen Poots
Usa 2007
Horror
Nelle sale dal 28 settembre 2007

Dopo il successo di “28 giorni dopo” del 2003, Juan Carlos Fresnadillo torna con il sequel dell’horror catastrofico che ha terrorizzato e stupito. Siamo nella Gran Bretagna continentale. Un terribile virus che trasforma gli uomini in zombie assetati di sangue ha sconvolto il Paese. Sei mesi dopo lo scoppio dell’epidemia, la terribile infezione sembra essere stata vinta e con il supporto dell’esercito degli Stati Uniti la ricostruzione ha inizio. Quando la prima ondata di profughi fa ritorno in patria, una famiglia viene finalmente riunita, ma uno dei suoi membri nasconde, a sua insaputa, un tragico segreto. Il virus non è ancora stato debellato e questa volta è ancora più pericoloso.
Nel cast un miscuglio di attori collaudati e giovani promesse del cinema. Robert Carlyle, il protagonista di “Full Monthy” e “Criminali per caso” è Don, padre di famiglia sposato con Alice (Catherine McCormack), ma i veri protagonisti sono i piccoli Andy (Mackintosh Muggleton) e Tammy (Imogen Poots), semidebuttanti sul grande schermo.
Colpi di scena, sangue, sparatorie, squartamenti. “28 settimane dopo” è stato prodotto avvalendosi di effetti speciali estremamente realistici e dettagliati che lo rendono un film sconsigliabile ai più giovani o ai deboli di stomaco benché la fotografia e lo studio della storia rendono il soggetto, forse un po’ inflazionato, interessante e nuovo. Gli straordinari e deserti scenari londinesi sostengono ancora una volta l'epicità del narrato, contribuendo in modo rilevante a ricreare le atmosfere che hanno reso famoso il primo episodio e dando ulteriore consistenza e fascino al risultato finale.