sabato 15 marzo 2008

Una scomoda verità


"An Inconvenient Truth"
di Davis Guggenheim
con Al Gore
Documentario
USA 2006

La condizione del pianeta e i rischi che corre a causa dei gas serra è la scomoda verità che Al Gore si è impegnato a diffondere di persona attraverso un tour che si è esteso ai quattro angoli della terra e che con "An Inconvenient Truth" è diventata film. Ghiacciai che si ritirano, nevi che si sciolgono, innalzamento dei mari, ritiro delle coste. Sembrerebbe uno scenario apocalittico, ma è quello che sta succedendo al nostro pianeta. L’aumento della temperatura globale dovuto all’inquinamento atmosferico, seppur lentamente, sta causando fenomeni ai quali non si era mai assistito. Al Circolo Polare Artico, ad esempio, per la prima volta nella storia si ha notizia di orsi polari morti per annegamento: alcuni di loro nuotano anche per 100 km senza trovare del ghiaccio su cui riposarsi. Le barriere coralline stanno scolorendo mettendo in pericolo la flora e la fauna che vive in dipendenza di queste e in generale l’estinzione delle specie sta avvenendo con una velocità di mille volte superiore alla media naturale. Cambiano i cicli di vita di insetti e parassiti che riportano malattie che pensavamo debellate per sempre e ne introducono di nuove. Attaccano le persone, ma anche gli alberi, cancellando intere foreste. Sebbene i libri di scienze lo ritenessero fisicamente impossibile, nel 2004 il Brasile ha visto il suo primo tifone e nello stesso anno il Giappone ne ha registrati addirittura dieci. Tornado, uragani e cicloni si susseguono sempre più violenti e a ritmi mai visti portando con sé distruzione e morte. Le precipitazioni aumentano spostandosi in maniera non omogenea creando allagamenti e inondazioni nell’emisfero boreale, ma prosciugando i laghi dell’Africa centrale. In questo film-documentario Gore espone una serie di dati scientifici inattaccabili, tabulati, previsioni sul nostro prossimo futuro e risposte alla domanda su come affrontare il riscaldamento globale del pianeta. Il ritratto è sconfortante e per questo "scomodo"; scomodo per i governi, che al momento fanno finta di non sentire/vedere/sapere e scomodo per le persone che pensano non ci siano limiti allo sviluppo. In questo clima di scetticismo calcolato, Al Gore appare come un moderno Noè senza arca.

lunedì 3 marzo 2008

La vendetta sul filo del rasoio


Sweeney Todd: il diabolico barbiere di Fleet Street
di Tim Burton
con Johnny Depp, Helena Bonham Carter, Alan Rickman, Sacha Baron Cohen, Laura Michelle Kelly, Timothy Spall, Anthony Stewart Head
Genere: Musical
USA, Gran Bretagna 2007

Benjamin Barker è un uomo realizzato e felice. Un barbiere eccellente, un padre affettuoso e un marito devoto. Accusato e condannato ingiustamente dal giudice Turpin, Barker viene deportato lontano da Londra. Diversi anni dopo, cambiato il nome in Sweeney Todd, il barbiere torna a chiedere soddisfazione all'uomo che gli ha "usurpato" la vita, insediando il suo talamo e crescendo la sua prole. Affittata una bottega in Fleet Street, Sweeney Todd affila i rasoi e torna ad esercitare la professione del barbiere. Turpin e gli ignari avventori scopriranno che la vendetta per Mr.Todd è un piatto da servire caldo, cotto, appena sfornato.
Se le mani di forbice di Edward sono l'esteriorizzazione simbolica della sua incapacità interiore di toccare, i rasoi di Sweeney Todd sono amici fedeli per vendicare la perdita delle persone amate. Una doppia personalità per il barbiere di Fleet Street che si muove alla volta di Londra introdotto, anticipato e avvolto nella musica, che tenta di esorcizzare la realtà tragica attraverso il canto.
Sweeney Todd è un musical la cui dimensione sonora non è imposta, ma scivola con grazia all'interno della trama trasportando lo spettatore, quasi cullandolo. Il terribile protagonista del film è interpretato dal pallore sagomato di Johnny Depp nel quale convivono, senza risolversi, l'anima diurna e quella notturna. Il suo Figaro sanguinario è una combinazione di oscurità e luce, un dandy malinconico e risentito che cerca ostinatamente di vendicarsi, finendo per trasformarsi in un'omicida psicopatico quanto il suo irriducibile nemico, senza il quale, del resto, non esisterebbe. La Londra tenebrosa e vittoriana di Dante Ferretti è il riflesso architettonico di Todd, è una città deliberatamente artificiale, ricostruita in studio e sprofondata nel nero fotografico di Dariusz Wolski. In Sweeney Todd c'è tutto Burton: c'è la fatale attrazione verso quanto di più oscuro, malato e innominabile rende il mondo più affascinante di una fiaba,la cartoonizzazione della messa in scena, la stilizzazione espressionistica e la deformazione grottesca, c'è lo stupore e l'insensatezza, il terrore e il cattivo odore della civiltà e del mondo degli adulti, ancora una volta contrapposto a quello dei fanciulli, c'è la vertigine e la violenta epifania. C'è la maschera di Johnny Depp, che invece di azzerare la performance dell'attore "messo in musica", libera il suo talento interpretativo con gli strumenti portati direttamente sul set.